Europa, ultima fermata. Basta fare la vassalla: fragile con Putin, timorosa con Trump, timida con Netanyau. Serve un colpo d’ala

Europa, ultima fermata. Dice di essere impegnata per evitare un altro 1914. Bene. Allora la smetta di fare la vassalla; sottoposta, di fatto, ai signori che pilotano le sorti del Pianeta: fragile con Putin, timida con Netanyahu, timorosa con Trump. Urge una svolta, serve un colpo d’ala, un volo dell’ingegno. Come pochi giorni fa ha detto il presidente Mattarella (“Siamo su un crinale”) allo scopo di risvegliare il dibattito pubblico – spesso ambiguo, strumentale, fuori tema, di duplice interpretazione, financo farisaico – e fare una scelta.
Notti di droni, ombre russe
Vediamo quel che sta succedendo. Putin anzitutto usa il terrore per influenzare l’UE. Sogna che l’Europa occidentale cada nella sua orbita. Spaventa gli europei con ogni mezzo. Poche storie: sono anni che i russi inondano la Rete di spazzatura tesa a creare confusione. E ci riesce benissimo. Uno scherzo addirittura sorvolare coi droni gli aeroporti di Oslo, Copenhagen, entrare in Norvegia e Danimarca, sorvolare una nave tedesca con un caccia. Certo, i droni fanno paura. Lo zar se ne serve per testare le difese occidentali. Oltretutto costano poco, sono usabili in massa e difficili da intercettare. L’Ucraina ne sa qualcosa visto che finora ne sono “piovuti” 50 mila dall’inizio del conflitto. Putin vuole vincere senza combattere. Allora che fare? Dato che l’Europa non vuole alzare il livello dello scontro, può fare una sola cosa: sostenere l’Ucraina. Putin è deciso: “La guerra proseguirà”.
Zelensky lo ha ripetuto mercoledì all’Onu: “Mosca espande lo scontro, l’aggressore va fermato”. E da Mosca insistono: “La Russia non è una tigre di carta, è un orso”. Come dire: andiamo avanti, non c’è alternativa. Occhio però: economia (in calo le entrate di gas e petrolio ) e regime dipendono dalla guerra.
Il tuono di Trump all’ONU
All’Assemblea delle Nazioni Unite il presidente degli Stati Uniti ha fatto uno show. Ha attaccato la UE tuonando: “I Paesi europei andranno all’inferno per la loro gestione dell’immigrazione”. Poi ha sbertucciato l’Accordo di Parigi (“Il patto sul clima è una grande truffa”) e ha smascherato in un colpo solo Cina e India perché “sono i principali finanziatori della macchina da guerra russa”. Già che c’era ha attaccato pure il Palazzo di Vetro (“Sette guerre chiuse, mai un grazie”), Bruxelles (“imbarazzante, compra il petrolio da Mosca”) e il sindaco di Londra (“Terribile, vuole passare alla legge della Sharia, non può farlo”). Come il Marchese del Grillo: io sono io e voi non siete un…Ora ha una grana in più: l’allarme violenza negli States è tornata ad infiammare il Paese con la sparatoria avvenuta a Dallas in un centro di detenzione per i migranti (due morti, cecchino 29enne, scritte anti-Ice, movente ideologico). Gli attentatori crescono.
Troppo timidi con Netanyahu
Infine Bibi, sempre più isolato. Lo tiene a galla il tycoon e così il governo crudele d’Israele campa, forte anche della timidezza europea. A questo punto c’è una considerazione da fare, semplice, semplice: l’America non è più una garanzia per l’Europa. Sarà forse anche per questo che Giorgia Meloni martedì da New York ha annunciato a sorpresa il voto sulla Palestina ponendo due condizioni: sì al riconoscimento con gli ostaggi liberati e la esclusione di Hamas da qualsiasi forma di governo. La “sciura” Ursula deve dare un segnale chiaro: il tempo della incertezza è scaduto.
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