Idee per ripensare le nostre città in ottica sostenibile e inclusiva


Spazi pubblici vivibili, mobilità dolce, architettura resiliente e servizi efficienti: ecco alcune proposte che delineano la città ideale, offrendo spunti preziosi per il futuro delle metropoli italiane tra sostenibilità e qualità della vita
In che modo debba essere progettata – o trasformata – la città del futuro? A definirne le linee guida ci prova The Perfect City, numero speciale della rivista internazionale Monocle, fondata a Londra nel 2007 e oggi considerata una delle voci più influenti nel dibattito globale su geopolitica, economia, design e qualità urbana.
La raccolta di queste idee non è un esercizio di stile ideologico, che vuole offrire un piano urbanistico vincolante, bensì un tentativo di stimolare amministratori, architetti e comunità a ripensare le città partendo dai bisogni concreti dei cittadini e dall’esperienza delle capitali più dinamiche.
Oltre il mito della smart city
Negli ultimi anni il dibattito urbanistico si è concentrato sulle tecnologie digitali e sull’automazione. Tuttavia, The Perfect City sposta l’attenzione sul tessuto quotidiano della vita urbana: spazi condivisi, infrastrutture efficienti, architettura accessibile e servizi pubblici di qualità.
Non algoritmi o torri di vetro, ma dettagli concreti che migliorano la convivenza e rafforzano il senso di comunità. Il primo nucleo di proposte riguarda la vivibilità degli spazi comuni.
Dalla semplicità di un chiosco di quartiere ombreggiato da alberi, sul modello dei quiosque di Lisbona, alla presenza di aree balneabili urbane come a Stoccolma o Zurigo, la priorità è restituire centralità al tempo libero all’aperto.
Si insiste anche sul ruolo del verde spontaneo: rotonde non rasate e binari ferroviari riconvertiti in corridoi ecologici diventano elementi di biodiversità urbana. Una scelta che contrasta con la tendenza a sterilizzare lo spazio pubblico con interventi iper-ordinati e poco resilienti.
Infrastrutture essenziali, qualità e decoro
Una città ideale non può prescindere dai servizi di base. Il modello giapponese dei bagni pubblici curati e progettati da architetti di fama diventa un riferimento culturale, mentre l’illuminazione urbana dovrebbe abbandonare il bianco freddo dei Led per tornare a tonalità calde e accoglienti, capaci di coniugare sicurezza e atmosfera.
Un capitolo è dedicato anche alla pulizia e al contrasto del degrado: strade senza graffiti e spazi urbani mantenuti da squadre specializzate contribuiscono a rafforzare l’immagine e l’attrattività complessiva.
Il ritorno del tram, con flotte ben progettate e accessibili, è considerato un pilastro per ridurre la dipendenza dall’auto privata. Allo stesso tempo, si sottolinea l’importanza di un codice di comportamento condiviso sulla strada, che integri piste ciclabili, spazi pedonali e corsie automobilistiche.
La regolamentazione dei monopattini elettrici e dei servizi di sharing è un altro tema cruciale: limitare gli operatori e prevenire l’abbandono dei mezzi negli spazi pubblici significa preservare l’ordine urbano e ridurre le criticità sociali.
La città ideale valorizza le tipologie edilizie intermedie, evitando grattacieli sigillati e privilegiando soluzioni come logge, balconi e portici che favoriscono la vita all’aperto.
Si propone un mix equilibrato tra edilizia storica, nuove costruzioni di qualità e housing sociale, con particolare attenzione alla resilienza climatica: ventilazione naturale, raccolta delle acque meteoriche e tetti verdi con impianti fotovoltaici.
Comunità, capitale sociale ed economia urbana
Oltre alle strutture materiali, la visione della città perfetta mette al centro la dimensione sociale. Una città curata richiede cittadini coinvolti, pronti a partecipare alla manutenzione e alla gestione condivisa. Analogamente, il ruolo della polizia di prossimità, visibile ma non invasiva, diventa strumento di fiducia collettiva e sicurezza percepita.
L’educazione è un altro cardine: scuole progettate con criteri estetici e funzionali di alta qualità formano non solo studenti, ma anche cittadini consapevoli e radicati nel proprio territorio.
Il futuro delle città passa anche attraverso la vitalità commerciale. L’ideale delineato nel documento di Monocle premia i mercati coperti, le piccole botteghe e le attività indipendenti, penalizzando i colossi dell’e-commerce privi di spazi fisici. Una strategia che riduce il traffico veicolare e favorisce la creazione di comunità locali resilienti.
Applicazioni per l’Italia
Molti dei principi raccolti nel report trovano riscontro nelle esperienze italiane. Dalle logge rinascimentali di Bologna, modello di vivibilità climatica, ai mercati rionali, fino alle sperimentazioni recenti di tetti verdi e comunità energetiche urbane, il patrimonio nazionale offre già basi solide su cui costruire.
La sfida è tradurre questi elementi in politiche urbane integrate, capaci di coniugare innovazione e tradizione. La città perfetta non è un’utopia astratta, ma un mosaico di pratiche già esistenti che richiedono visione e coordinamento.
In conclusione, il messaggio che emerge è chiaro: la qualità della vita urbana non si misura solo in megabyte o in chilometri di fibra ottica, ma nella capacità di offrire spazi condivisi, infrastrutture efficienti e una comunità partecipe.
Per le città italiane, cogliere queste suggestioni significa riaffermare un ruolo centrale nello scenario europeo della rigenerazione urbana e della sostenibilità.
Crediti immagine: Depositphotos
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