Il bonus sociale per l’energia è un flop, e lo sconto in bolletta non basta

Settembre 15, 2025 - 08:00
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Il bonus sociale per l’energia è un flop, e lo sconto in bolletta non basta

Il bonus sociale per luce e gas non sta mantenendo le promesse. Secondo i dati diffusi dall’Istat, la misura pensata per alleviare la piaga della povertà energetica – cioè condizione di chi non riesce a riscaldare o raffrescare adeguatamente la casa, né a usare gli elettrodomestici essenziali – si sta rivelando un’agevolazione incapace di centrare il suo obiettivo e che lascia senza aiuto oltre la metà delle famiglie che ne avrebbero diritto.

Il bonus, applicato direttamente in bolletta, avrebbe dovuto offrire un paracadute economico, ma i numeri raccontano altro, come ha scritto Federico Formica in un articolo su Repubblica. Nel 2024, il 52,6 per cento dei nuclei in difficoltà non riceve alcun sostegno, il trenta per cento resta comunque in condizioni di disagio e solo il diciassette per cento riesce davvero a uscire dalla trappola energetica.

Un quadro ben diverso rispetto agli anni della crisi energetica, quando il governo Draghi prima e quello Meloni poi avevano innalzato le soglie Isee fino a quindicimila euro. Nel 2022 e nel 2023 i beneficiari erano arrivati rispettivamente a 3,5 e 4,5 milioni, con un impatto più tangibile: allora, sottolinea Repubblica, «il trentotto per cento delle famiglie povere è riuscita a risollevarsi proprio grazie a questa agevolazione». Ma con il ritorno al regime ordinario, l’efficacia del bonus è crollata.

Il problema è aggravato dal fatto che i prezzi dell’energia non sono tornati ai livelli pre-crisi. Il gas, ad esempio, costa ancora circa il venticinque per cento in più rispetto al 2021. Così, mentre le misure straordinarie sono state ritirate, le famiglie a rischio continuano ad aumentare.

Diverse associazioni di consumatori chiedono una revisione profonda del meccanismo. Marco Vignola, vicepresidente dell’Unione nazionale consumatori, propone di modulare meglio le soglie Isee e di evitare le cosiddette “bollette a credito”, così da allargare la platea. Fabrizio Ghidini, di Federconsumatori, dice a Repubblica che l’indicatore Isee sia «inadatto a cogliere la reale condizione di fragilità economica delle famiglie». Secondo lui servirebbe un criterio che tenga conto dei consumi energetici effettivi, della grandezza dell’abitazione e della sua efficienza.

In sostanza, il bonus sociale appare oggi più come un palliativo che come una risposta strutturale. Come osserva ancora Formica su Repubblica, i numeri sono eloquenti e impongono una riflessione: senza una riforma incisiva, il rischio è che lo strumento resti inefficace proprio per chi ne ha più bisogno.

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Redazione Redazione Eventi e News