Il Consiglio superiore della difesa intervenga a difesa della Global Sumud Flotilla, e del diritto internazionale

È giusto che il Capo dello Stato e Capo delle Forze armate, Sergio Mattarella, faccia sentire la sua autorevole voce dal Quirinale, luogo sacro della Patria e al quale ci inchiniamo tutti con deferente rispetto. La sua veemente e sentita raccomandazione rivolta alla componente italiana della Global Sumud Flotilla è stato un atto politico assai rilevante, carico di significato, che ha direttamente riconosciuto valore ai volontari della missione umanitaria più partecipata di sempre, realizzata da semplici cittadini che si sono sentiti in dovere di fare qualcosa di concreto per la Palestina e per i palestinesi, senza retorica e senza nascondersi dietro nessuna scusa, col coraggio della volontà e la ferma tenacia delle loro coscienze, rischiando l’incolumità personale ed affrontando i disagi della navigazione affrontata con mezzi piccoli, i più propulsi con le vele.
Il Presidente ha richiamato alla giusta riflessione, alla prudenza nell’affrontare situazioni che esulano dalla portata della giurisdizione della Repubblica italiana e che nascondono pericoli ed insidie prevedibili, alla luce degli accadimenti già avvenuti per simili imprese e dei morti provocati dalle reazioni sproporzionate delle forze speciali dell’Idf, tra cui le dieci vittime della motonave Mavi Marmara, nel 2010.
Il richiamo di Sergio Mattarella, a nostra avviso, vuole essere, oltre che un paterno avvertimento diretto ai giovani volontari italiani, anche un richiamo alla maggior prudenza; tuttavia, la Flotilla umanitaria ha tenuto ferma la propria volontà di dirigere senza tentennamenti su Gaza, continuando a rifiutare possibili alternative prospettate dallo stesso Mattarella e che vedevano il coinvolgimento del Patriarcato latino di Gerusalemme ed anche la possibilità di utilizzare il canale umanitario di Cipro – peccato però che nessuno, ad oggi, ne conosca l’esistenza –, ma decidendo di voler portare a termine la loro missione, forti del presupposto che la Flotilla agisce alla luce del sole e seguendo pedissequamente le regole del diritto internazionale marittimo: non stanno violando nessuna norma, nessuna consuetudine prevista dal diritto internazionale o dalle consuetudini dei naviganti.
L’appello del Presidente della Repubblica italiana ha però, tra l’altro, avuto il merito di ridestare l’attenzione verso la missione, chiamando indirettamente in causa anche altri Paesi; si apprende che alcune interlocuzioni, già aperte, continueranno dunque febbrili nelle prossime ore; infatti, altri Stati Paesi del Mediterraneo coinvolti nell'area della spedizione si pongono l’interrogativo se sia stato legittimo lanciare le granate accecanti dai droni nella notte tra martedì e mercoledì e si metta in discussione il “warning” di Tel Aviv, che testualmente ha affermato: "non permetteremo la violazione di un legittimo blocco navale".
Sulla legittimità del blocco navale, da queste colonne, ne abbiamo già tracciato l’inconsistenza giuridica e il fatto che l’Onu non lo ha abbia considerato legittimo, così come la maggior parte degli studiosi di diritto internazionale marittimo. Quindi, dal nostro punto di vista, la riflessione che andrebbe fatta tra tutti e ventidue gli Stati rivieraschi che si affacciano sul Mediterraneo sarebbe questa: è giusto che le unità della Flotilla che navighino in acque internazionali possano essere nuovamente attaccate com’è avvenuto nei giorni scorsi?
Nessuno vuole che le nostre navi aprano il fuoco su nessuno, così com’è giusto attendersi che non siano altre “Marine Militari” a sparare sulle nostre unità: non dimentichiamo che molte imbarcazioni sono iscritte nei Rid (Registro imbarcazioni da diporto) tenuti dalle Capitanerie di Porto e come tali rappresentano giuridicamente un lembo del territorio nazionale.
Non si può arbitrariamente proclamare un blocco navale cui mancano i presupposti di base per poter essere giuridicamente considerato valido, con l’unico scopo di chiudere ogni possibilità di accesso alla Striscia di Gaza e mantenerlo ancora attivo nonostante la drammaticità di questi giorni.
Tra le rilevanti e numerose funzioni del Presidente Mattarella, spicca per rilevanza ed importanza quella di essere il Capo delle Forze armate. In questa delicata prerogativa, sarebbe utile riunire il Consiglio superiore della difesa, da Mattarella stesso presieduto, allo scopo di ricercare una soluzione tecnico-operativa che possa salvaguardare l’incolumità delle persone coinvolte nella missione e, nel contempo, riaffermi i principi della libertà della navigazione marittima che, da Grozio (XVII secolo) in poi, hanno rappresentato il faro della legalità della libertà della navigazione sui mari; di bulli e bulletti che si credono di poter esercitare ius angarie non ne sentiamo francamente alcun bisogno. Non possiamo permettere che si lasci operare un governo in modo palesemente illegale senza poter fare nulla, la storia della nostra Repubblica non ce lo concede.
Qual è la tua reazione?






