Il probabile pareggio alle regionali che governo e opposizioni chiameranno vittoria

Settembre 20, 2025 - 11:00
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Il probabile pareggio alle regionali che governo e opposizioni chiameranno vittoria

Se tutto va come deve andare, cioè in base ai sondaggi, agli umori, ai precedenti, alla fine è scontato che tutti si diranno felici e contenti. Più o meno. Perché alla fine queste regionali assegneranno un pezzetto della torta a ognuno. Il calendario è estenuante: si parte con la Valle d’Aosta il 28 settembre – che teniamo fuori dal discorso perché è una realtà troppo specifica – e le Marche (28 e 29 settembre). Poi toccherà alla Calabria (5 e 6 ottobre) e alla Toscana (12 e 13 ottobre). Infine, in Campania, in Veneto e in Puglia le date scelte sono il 23 e 24 novembre. Balleremo perciò due mesi attorno a risultati che alla fine non dovrebbero incidere troppo sul quadro politico. Sulla base delle previsioni, dunque, la destra confermerà le regioni dove già governa (Marche, Calabria, Veneto), e il campo largo idem (Toscana, Campania, Puglia).

Nella coalizione di destra, un governatore andrà a Fratelli d’Italia (Marche a Francesco Acquaroli), uno a Forza Italia (Calabria a Roberto Occhiuto), uno alla Lega (Veneto, con il probabile Alberto Stefani). Nel campo largo due governatori al Partito democratico (Toscana a Eugenio Giani e Puglia ad Antonio Decaro) e uno al Movimento 5 stelle (Campania a Roberto Fico). 

Se le cose andranno così (l’unica sorpresa potrebbe venire dalle Marche, dove però le varie rilevazioni danno Acquaroli in vantaggio su Matteo Ricci) e andando un po’ più dentro l’analisi, si potrà dire che Giorgia Meloni ne uscirà bene, ma non benissimo. 

Un bel sospiro di sollievo per la conferma delle Marche, dove – va ripetuto – il risultato a una settimana dal voto è il meno scontato di tutti, ma per lei e i Fratelli ancora niente Nord, con la Lega, che Meloni ha provato a scalzare, sempre molto forte in Veneto grazie ai voti di Luca Zaia. Da notare che Fratelli d’Italia non avrebbe presidenti di Regione nemmeno al Sud: solo Acquaroli!

Nel campo largo anche Elly Schlein bene, ma non benissimo: non strapperebbe nulla alla destra, dunque niente avviso di sfratto per il governo, vincerebbe con due dem non schleiniani (Giani e Decaro) in regioni in cui per il Pd è impossibile perdere, costretta a regalare la Campania a Giuseppe Conte in nome della testardaggine con cui insegue l’alleanza con l’avvocato. 

Se finisce così, con un pareggio, per la presidente del Consiglio sarà agevole chiudere la pratica e passare ad altro – però con un Matteo Salvini in salute. Mentre per la leader del Pd si tratterà di spiegare – se non prende le Marche e se i voti di lista non saranno esaltanti rispetto alle Europee di due anni fa – come mai il suo Pd non decolla. Vince dove vince sempre.

Se si vogliono considerare le regionali come elezioni di midterm (che peraltro è un’evidente forzatura, perché regionali e politiche hanno dinamiche diverse), un tre a tre come per il governo non sarebbe affatto male: più o meno i dati di lista dovrebbero essere in linea con le politiche 2022 vinte dal centrodestra. Nessuna inversione di tendenza, dunque. E per l’opposizione non sarebbe una buona notizia: alla prima prova il campo largo non avrebbe sfondato. Ma tutti diranno di aver vinto, come da copione.

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Redazione Redazione Eventi e News