Kering verso il rilancio: nella ‘ricetta de Meo’ tempi dimezzati e direttori creativi ridimensionati

Ottobre 10, 2025 - 01:30
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Kering verso il rilancio: nella ‘ricetta de Meo’ tempi dimezzati e direttori creativi ridimensionati
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L’era de Meo è iniziata in casa Kering e, a meno di un mese dal suo insediamento ufficiale come CEO, il manager si prepara a mettere sul piatto le prossime mosse operative. Per la giornata di oggi, 9 ottobre, de Meo ha programmato una plenaria, in videocollegamento, che – ha riportato Agence France-Presse, confermando un articolo pubblicato dalla testata francese La Lettre – coinvolgerà circa 300 dirigenti aziendali del gruppo, con l’obiettivo di tracciarne il piano di rilancio.

L’incontro arriva in seguito alla diffusione, avvenuta la scorsa estate prima di entrare ufficialmente in carica il 15 settembre, di un traccia delineata da de Meo della strategia da mettere in atto durante il suo mandato. Un documento che tratteggiava la ‘diagnosi’ di crisi per il colosso del lusso a cui fanno capo, tra le altre maison, Gucci, Saint Laurent, Bottega Veneta e Balenciaga, e una dozzina di linee d’azione tese a restituire slancio al player, da tempo in difficoltà tra un indebitamento che cresce e performance poco brillanti.

Già il giorno della sua nomina da parte del cda, il 9 settembre, de Meo aveva parlato della necessità di “scelte chiare e forti” e di agire “senza indugio”. Tra le priorità, la riduzione del debito e una possibile razionalizzazione del portafoglio di marchi, per concentrare risorse sui brand con maggiore potenziale di crescita, oltre all’impellente riflessione su Gucci, da tempo zavorra sui conti del gruppo, e tra le più ambiziose sfide del suo mandato. La maison ammiraglia, intanto, ha visto svelata l’immagine impressa da Demna, nuova guida creativa, attraverso un lookbook e assistito all’ingresso di Francesca Bellettini al timone del management in qualità di nuova presidente e CEO.

Tra le linee guida, de Meo ha previsto di “rimettere il cliente al centro, in modo da non dipende più esclusivamente dalla visione del direttore creativo”. Secondo il manager, la visione individuale dei designer è essenziale “per il 20% dei prodotti più innovativi e iconici di una collezione”, ma “per il restante 80% di piccola pelletteria, calzature e prêt-à-porter, sarà necessario instillare il buon senso che prevale nel settore dei beni di consumo, ovvero una comprensione precisa delle aspettative dei consumatori”.

Una visione customer-centric, dunque, orientata a scelte estetiche e d’immagine non affidate solo alla pura creatività e personalità dello stilista ma anche su analisi di mercato, dati di vendita e feedback dei consumatori, di cui dovrebbero incontrare il gusto “senza sacrificare l’identità delle maison”.

Direttamente conseguente sarà la velocità, su cui de Meo punta e che vuole guadagnare. Sempre secondo quanto riportato dai media francesi, l’executive vorrebbe sostanzialmente dimezzare i tempi di sviluppo dei prodotti, portandoli da un anno a soli sei mesi nell’arco che va dall’idea iniziale fino all’approdo sul mercato. Un cambiamento di paradigma che sembra quasi strizzare l’occhio al fast fashion e decisamente allontanarsi dai ritmi più lenti, sebbene incalzanti, del lusso.

Una visione che appare figlia del curriculum di de Meo, fino ad ora estraneo al mondo della moda e del lusso e appartenente, invece, a quello dell’automotive, di cui è un veterano. La sua carriera, infatti, è iniziata in Renault nel 1992, a cui era poi tornato nel 2020 dopo essere passato per Toyota Europe, Fiat e Volkswagen. Proprio in Renault il suo ruolo ha coinciso con l’era della ristrutturazione, significando riduzione dei costi e riorganizzazione strategica. Un ruolo chiave, dunque, che gli è evidentemente valso l’ingresso dalla porta principale nel dorato comparto luxury, il quale non si è lasciato spaventare dalla sua estraneità al settore.

Proprio di quest’estraneità si è lungamente dibattito tra analisti e addetti a lavori, riguardo alla sua portata potenzialmente ‘disruptive’ ma anche foriera di una certa quota di rischio e incognite.

Intanto, questa mattina il titolo di Kering alla Borsa di Parigi guadagna circa mezzo punto percentuale e negli ultimi sei mesi la sua parabola è stata di crescita, con un balzo in avanti del 98,34 per cento. Nell’ultimo mese il titolo è cresciuto del 34,38 per cento. Come riporta Bloomberg, inoltre, Kering ha raggiunto pochi giorni fa il picco massimo degli ultimi 15 mesi, con gli analisti di Morgan Stanley che hanno incoronato il player come prima scelta tra i titoli del lusso.

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Redazione Redazione Eventi e News