Braccio di ferro su Shein: la Francia chiede la sospensione del sito per 3 mesi
La Francia continua a usare il pugno di ferro con Shein e chiederà la sospensione per tre mesi del sito di Shein. La mossa del Governo francese arriva nell’ambito di una procedura accelerata avviata dopo il ritrovamento sul marketplace del colosso cinese di prodotti ritenuti illeciti, tra cui bambole sessuali e giocattoli a forma di armi destinati ai minori. Secondo quanto riferito da un funzionario del ministero delle Finanze francese, l’obiettivo è costringere Shein a rafforzare i controlli sui prodotti venduti attraverso la piattaforma.
La linea di difesa del governo francese si basa sull’articolo 6.3 della legge sull’economia digitale, che consente al giudice di prescrivere misure urgenti per prevenire o arrestare danni derivanti da contenuti online. Il tribunale dovrà ora valutare se la sospensione sia proporzionata e conforme al diritto europeo, che impone ai marketplace la rimozione tempestiva dei prodotti illegali una volta segnalati, pur non rendendoli direttamente responsabili delle inserzioni dei venditori terzi.
Shein, che nel frattempo non ha rilasciato ulteriori dichiarazioni alla stampa internazionale, ha già disattivato il proprio marketplace in Francia lo scorso 5 novembre, ma la parte del sito dedicata alla linea di abbigliamento resta accessibile. Il governo intende però ottenere il blocco dell’intero portale, sostenendo che il gruppo disponga pienamente delle capacità tecniche e finanziarie per adeguarsi alla normativa. “Sappiamo quanto Shein sia potente dal punto di vista tecnologico e nell’utilizzo dell’intelligenza artificiale. È evidente che potrebbe effettuare controlli adeguati. Il fatto è che non lo fa”, ha dichiarato il funzionario in conferenza stampa.
Il procedimento chiama in causa Infinite Styles Services Co Ltd, società con sede a Dublino che gestisce le attività europee di Shein, e all’udienza sono attesi anche i legali del gruppo. La richiesta è stata formalizzata lo stesso giorno in cui Shein ha aperto il suo primo negozio fisico all’interno di un grande magazzino parigino, evento che ha generato non poche polemiche e ha riacceso il dibattito sul ruolo del fast fashion nel mercato europeo. La Francia ha inoltre convocato all’udienza i principali provider nazionali come Bouygues Telecom, Free, Orange e SFR, chiedendo loro di bloccare l’accesso al sito in caso di esito favorevole del ricorso. L’iniziativa si inserisce in un quadro più ampio di interventi contro le piattaforme internazionali che operano online senza adeguati controlli. Parallelamente, infatti, sono in corso verifiche anche sugli altri colossi del fast fashion come Temu, AliExpress e Wish per presunte violazioni delle regole che dovrebbero impedire ai minori di accedere a contenuti per adulti attraverso i loro marketplace.
Nel frattempo, Parigi ha già inviato un sollecito alla Commissione europea affinché avvii un’indagine formale su Shein per la diffusione di prodotti illegali nell’UE, proseguendo così la sua battaglia per una regolamentazione più stringente del fast fashion e dei marketplace globali.
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