La Cina può raggiungere il picco della produzione di energia da carbone già quest’anno

Settembre 9, 2025 - 14:30
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La Cina può raggiungere il picco della produzione di energia da carbone già quest’anno

Un’anticipazione su tale questione era stata data dal nostro giornale ad agosto: grazie alle rinnovabili le emissioni climalteranti della Cina stanno iniziando a scendere. E ora un’ulteriore conferma dell’importante contributo dato da eolico e solare arriva da un nuovo report realizzato da Greenpeace East Asia. Secondo i dati diffusi dall’associazione ambientalista in un corposo documento in cinese mandarino e sintetizzato anche in inglese, la Cina è in grado di raggiungere il picco delle emissioni energetiche nel 2025 con 5,2 miliardi di tonnellate, con una produzione di energia da carbone che raggiungerà il picco di 5,55 trilioni di kWh, e il picco potrebbe far risparmiare fino a 970 miliardi di renmimbi (circa 116 miliardi di euro). Spiega Gao Yuhe, responsabile del progetto clima ed energia di Greenpeace East Asia con sede a Pechino: «Il 2025 è un momento cruciale per la Cina per rimodellare il proprio sistema energetico. Il settore energetico cinese è sulla buona strada per raggiungere il picco delle emissioni già nel 2025, e questo faciliterà un picco anticipato delle emissioni sociali. Ma ciò richiede una combinazione di un maggiore impiego di energie rinnovabili, un'elettrificazione ad alta efficienza e l'assenza di nuovo carbone».

La sfida insomma è a buon punto ma ancora c’è molto da fare. Quel che è certo, come si legge nel rapporto, è che si delineano quattro scenari di transizione energetica per la Cina, incorporando gli obiettivi nazionali di transizione verso un'energia a basse emissioni di carbonio e le tendenze previste per l'offerta e la domanda di energia elettrica per il periodo 2025-2035. Gli scenari sono costruiti attorno a due variabili chiave: la velocità di elettrificazione (alta efficienza vs. crescita accelerata) e il ritmo di diffusione delle energie non fossili (linea di base vs. sviluppo accelerato).

Tra questi due si inserisce lo scenario tre, caratterizzato da un'elettrificazione ad alta efficienza e da un'accelerazione nell'utilizzo di energie non fossili, che emerge come il più efficace per garantire la decarbonizzazione dell'energia elettrica, la sicurezza energetica e la fattibilità economica. Gli obiettivi chiave di questo scenario includono un tasso di crescita medio annuo dell'energia elettrica del 2,8% durante il 15° piano quinquennale cinese (2026-2030) e una capacità installata di 3100 GW di energia eolica e solare e 270 GW di nuovo stoccaggio di energia entro il 2030. In questo scenario più ambizioso, la produzione di energia da carbone dovrebbe raggiungere un picco di 5,55 trilioni di kWh, mentre le emissioni di carbonio del settore energetico dovrebbero raggiungere un picco di 5,2 miliardi di tonnellate nel 2025, per poi stabilizzarsi. Si tratta di un valore inferiore di 160 milioni di tonnellate rispetto a tutti e tre gli altri scenari.

Sempre secondo i dati analizzati e diffusi da Greenpeace East Asia, entro il 2030 la quota di energia non fossile nella produzione di energia elettrica potrebbe salire al 57%, con l'eolico e il solare che raggiungeranno il 35,8%. Le emissioni del settore energetico diminuirebbero dell'11,9%, scendendo a 4,58 miliardi di tonnellate rispetto ai livelli del 2025.

Secondo i dati osservati da Greenpeace East Asia, la Cina ha approvato 11,29 gigawatt (GW) di nuova capacità di energia da carbone nel primo trimestre del 2025, dopo che nel 2024 si era registrato un calo su base annua delle nuove approvazioni per le centrali a carbone a 62,24 GW. Sempre nel primo trimestre del 2025, la capacità eolica e solare è salita a 1.482 GW, superando per la prima volta l'energia termica. La produzione eolica e solare ha anche soddisfatto tutta la nuova domanda di elettricità.

Sottolinea ancora Gao: «Le energie rinnovabili sono sempre più in grado di soddisfare tutta la nuova domanda di elettricità della Cina nel 2025, che ha ora tutte le ragioni per perseguire un picco precoce delle emissioni nel settore energetico. La Cina deve accelerare l'integrazione delle energie rinnovabili come pilastro del sistema energetico. Deve smettere di fare affidamento sull'energia prodotta dal carbone. Questo cambiamento è essenziale per mantenere la transizione energetica della Cina sulla buona strada. È necessario formulare un calendario chiaro per l'eliminazione graduale dell'energia da carbone, poiché ogni nuova autorizzazione all'uso del carbone limiterà lo spazio per le energie rinnovabili».

Per questo Greenpeace East Asia esorta i responsabili politici di Pechino a cogliere l'occasione per accelerare la trasformazione del sistema energetico. Come? In particolare, muovendosi lungo tre fronti. Il primo: pubblicare un piano generale di alto livello per controllare la produzione di energia da carbone. Questo dovrebbe includere piani lungimiranti per accelerare la sostituzione dell'energia da carbone dopo il 2025, garantendo al contempo la sicurezza dell'approvvigionamento dal 2026 al 2030. La seconda raccomandazione avanzata dall’associazione ambientalista: istituire un sistema dinamico di coordinamento della capacità e di allerta dei rischi. La Cina dovrebbe ottimizzare la capacità delle risorse energetiche regionali e interregionali, rafforzare il monitoraggio e migliorare la flessibilità nella messa in servizio dei progetti per garantire l'affidabilità e la resilienza climatica. La terza: migliorare le capacità di supporto attivo delle energie rinnovabili. Le energie rinnovabili devono evolversi da semplici seguitrici passive della rete a sostenitrici attive della stessa, con una maggiore stabilità, flessibilità e capacità di controllo per garantire un funzionamento sicuro in un sistema energetico ad alto contenuto di energie rinnovabili.

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