La Cina stabilizza la crescita del suo settore auto: “frenata” al 3% e vendite per 32 milioni di veicoli

Se in Europa non si arresta il calo di immatricolazioni, la Cina ha presentato un piano biennale per stabilizzare la crescita del settore automobilistico, con l'obiettivo di raggiungere circa 32,3 milioni di veicoli venduti nel 2025, con un aumento del 3% circa rispetto all'anno precedente. Anche Pechino, sebbene in modo diverso rispetto alle capitali europee, deve affrontare nel settore automobilistico una guerra dei prezzi tra concorrenti e una serie di difficoltà delle esportazioni. Da qui la scelta di mettere sul piatto il nuovo piano. Annunciato congiuntamente da otto dipartimenti governativi, il piano per il 2025 e il 2026 «pone l'accento sulle indagini sui costi e sul monitoraggio dei prezzi», oltre a incoraggiare l'innovazione e la domanda interna, secondo l'agenzia di stampa statale Xinhua.
Il piano messo a punto da Pechino prevede nel dettaglio un rallentamento dell'aumento delle vendite totali di veicoli a circa 32,3 milioni quest'anno, pari a una crescita del 3%. Ciò si confronta con la crescita del 4,5% registrata nel 2024, secondo l'Associazione cinese dei produttori di automobili. Negli ultimi anni la Cina ha investito massicciamente per sostenere lo sviluppo dell'industria dei veicoli elettrici.
In particolare, il piano pubblicato prevede una crescita annua del 20% nei veicoli a nuova energia, con 15,5 milioni di unità nel 2025. Tuttavia, la guerra dei prezzi ha portato al fallimento molte startup, con le aziende che inondano il mercato interno con auto a basso costo e programmi di permuta. Durante un incontro a luglio, i funzionari cinesi hanno chiesto la fine della «concorrenza irrazionale» e di concentrarsi invece su uno sviluppo più sano. Anche il mercato delle esportazioni cinesi è stato colpito, con l'Unione Europea che nel 2023 ha avviato un'indagine sulla concorrenza sleale nell'industria automobilistica del Paese. Questa settimana, il Messico ha proposto un dazio del 50% sulle importazioni di auto dalla Cina, in aumento rispetto al 15-20% precedente, scatenando l'ira di Pechino. Che però non intende mollare la presa a livello globale su questo settore.
Altri obiettivi del Piano biennale, fa sapere sempre Xinhua, includono una crescita costante delle esportazioni automobilistiche e un aumento del 6% del valore aggiunto dell'industria automobilistica nel 2025: «Entro il 2026, si prevede che il settore manterrà una crescita robusta, con un miglioramento dell'efficienza, della qualità e delle dimensioni», scrive l’agenzia statale.
Il piano delinea oltre 60 misure in quattro aree chiave, che includono la stimolazione della domanda interna, il rafforzamento delle catene di approvvigionamento, l'ottimizzazione del contesto imprenditoriale e l'approfondimento dell'apertura e della cooperazione.
Dal lato della domanda, il piano delinea misure per accelerare l'espansione del mercato dei veicoli elettrici nuovi (Nev) e promuovere le tecnologie dei veicoli intelligenti connessi. Specifica che oltre 700.000 Nev aggiuntivi saranno distribuiti in settori quali il trasporto pubblico, i taxi e la logistica in 25 città pilota.
Le iniziative sul lato dell'offerta mirano all'innovazione tecnologica per stimolare la domanda dei consumatori e all'aggiornamento degli standard per migliorare la qualità dei prodotti. Il piano si concentra sulle innovazioni nei chip automobilistici, nei sistemi operativi, nell'intelligenza artificiale e nelle batterie allo stato solido.
E se a Pechino non sfugge il problema richiamato della «concorrenza irrazionale», Xinhua sottolinea che il piano approvato prevede anche misure utili per farvi fronte: «Per ottimizzare l'ecosistema industriale e rafforzare la cooperazione globale, il piano pone l'accento su indagini sui costi e monitoraggio dei prezzi, controlli di uniformità dei prodotti, pagamenti puntuali da parte delle principali case automobilistiche ed espansione ordinata all'estero».
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