Difesa, l’UE punta a una ‘Schengen militare’ entro il 2027. Kubilius: “La logistica vince le guerre”

Novembre 19, 2025 - 20:30
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Difesa, l’UE punta a una ‘Schengen militare’ entro il 2027. Kubilius: “La logistica vince le guerre”

Bruxelles – Un mese dopo la presentazione della roadmap per una difesa UE a prova di aggressioni esterne entro il 2030, la Commissione europea fa un salto di qualità nella mobilità militare dell’Unione, che si scontra oggi con la realtà di 27 Stati nazionali che limitano in tutti i modi gli attraversamenti di truppe e mezzi sui loro territori. L’obiettivo è creare una ‘Schengen militare’ entro il 2027, perché – come affermato dal commissario UE per la Difesa, Andrius Kubilius, prendendo in prestito le parole di un generale statunitense – “la fanteria vince le battaglie, la logistica vince le guerre”.

Che Bruxelles faccia sul serio, si evince dalle presenze dei commissari europei alla presentazione del pacchetto sulla mobilità militare: oltre a Kubilius, la vicepresidente esecutiva Henna Virkkunen, l’Alta rappresentante per gli Affari esteri Kaja Kallas, il commissario per i Trasporti, Apostolos Tzitzikostas. Il dato di partenza è inesorabile: alcuni Paesi membri “richiedono ancora un preavviso di 45 giorni prima che le truppe di altri Paesi possano attraversare il loro territorio per svolgere esercitazioni”, ha affermato Kallas. “Undici anni dopo l’annessione della Crimea da parte della Russia, semplicemente – ha rimarcato – non va bene”.

Henna Virkkunen, Kaja Kallas, Andrius Kubilius, e Apostolos Tzitzikostas presentano il pachetto UE sulla mobilità militare, 19/11/25

Nel regolamento proposto dalla Commissione, l’obiettivo è ridurre i tempi burocratici ad un massimo di tre giorni. Eliminando barriere normative e semplificando le procedure doganali, Bruxelles vuole introdurre le prime norme armonizzate a livello UE per i movimenti militari transfrontalieri. Alcuni esempi pratici li ha indicati Tzitzikostas: “Semplificare le norme sul trasporto di merci pericolose”, o ancora “consentire i movimenti militari nei fine settimana e nei giorni festivi”.

Attraverso l‘istituzione di un quadro di emergenza poi, verrebbe dedicato l’accesso prioritario alle infrastrutture agli apparati militari, e le procedure per lo spostamento di contingenti potrebbero essere ulteriormente accelerate. Sarebbe facoltà della Commissione, con l’approvazione degli Stati membri, formalizzare le situazioni di emergenza.

Su un binario parallelo alla semplificazione delle normative, corre il potenziamento delle infrastrutture. “Se un ponte non è in grado di sostenere un carro armato da 60 tonnellate, se una pista è troppo corta per un aereo cargo, abbiamo un problema”, ha sottolineato l’Alta rappresentante UE. Lo scheletro esiste già, è l’infrastruttura della rete TEN-T. Su quella, la Commissione europea ha identificato 4 principali corridoi militari e 500 punti nevralgici da rafforzare. “Nella maggior parte dei casi – ha confermato Tzitzikostas – si tratterà di potenziare le infrastrutture esistenti”. In un ottica dual use, civile-militare, perché “nel 99,9 per cento dei casi” la rete servirà per cittadini e merci”.

L’Alta rappresentante per gli Affari esteri, Kaja Kallas, e il commissario per la Difesa, Andrius Kubilius, durante la presentazione del pacchetto per la mobilità militare, 19/11/25

Quello 0,1 per cento di possibilità però, va contemplato, perché “il momento di prepararsi non è quando si verifica la crisi, ma adesso”. Per quei 500 cantieri da sviluppare lungo la rete, “avremo bisogno di circa 100 miliardi di euro“, ha stimato Tzitzikostas. La Commissione europea ha proposto di dedicare alla mobilità civile-militare 17 miliardi di euro nel prossimo quadro finanziario pluriennale 2028-2034. Fino ad allora, si potranno reperire fondi “in diversi modi”: riorientando risorse della Coesione, o utilizzando SAFE, lo strumento UE per prestiti per la difesa. E poi, risorse nazionali e del settore privato.

L’esecutivo UE vorrebbe inoltre introdurre un fondo di solidarietà ed una serie di meccanismi per condividere capacità e best practices tra Paesi membri. L’idea è istituire un nuovo gruppo di trasporto per la mobilità militare e un comitato TEN-T “potenziato”, che guideranno l’attuazione del piano, con il sostegno dei coordinatori nazionali del trasporto militare transfrontaliero per ciascuna capitale.

La Commissione europea vuole procedere a ranghi serrati: la prossima settimana dibatterà del piano con il Parlamento europeo, e all’inizio di dicembre inizierà a discuterne con gli Stati membri. “Il 2030 è molto vicino, le minacce sono reali. L’Europa non ha tempo da perdere”, ha avvertito Tzitzikostas. Dall’Eurocamera, ha reagito immediatamente la delegazione del Movimento 5 Stelle: Danilo Della Valle ha denunciato “l’ennesima tappa verso un pericoloso scontro militare con la Russia che i cittadini europei non vogliono”, Valentina Palmisano ha chiesto al governo italiano di “respingere la proposta” e “difendere le politiche di coesione da Schengen militare”. Le ha fatto eco Cecilia Strada, del Partito democratico, secondo cui la Commissione “usa da mesi” i fondi di coesione “come un salvadanaio buono per ogni occasione, tropo spesso legata alla difesa”.

I liberali di Renew hanno invece “accolto con grande favore” il pacchetto sulla mobilità militare, perché “la guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina ha evidenziato l’urgente necessità di facilitare il rapido movimento transfrontaliero di truppe e attrezzature in tutta l’Unione per rafforzare la deterrenza e la difesa”.

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