L’affluenza bassa in Calabria rende più incerto il risultato

Urne aperte anche lunedì in Calabria per l’elezione del nuovo presidente di Regione. Una tornata elettorale anticipata di un anno dopo le dimissioni, nel luglio scorso, del governatore Roberto Occhiuto. Il leader di Forza Italia in Calabria, indagato per corruzione, ha scelto di lasciare l’incarico e ripresentarsi subito agli elettori: una mossa politica, secondo alcuni osservatori, per trasformare l’inchiesta in un banco di prova elettorale.
Occhiuto è sostenuto da tutto il centrodestra: Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega, Noi Moderati, Udc, Sud chiama Nord e le liste “Forza Azzurri” e “Occhiuto Presidente”. A sfidarlo c’è Pasquale Tridico, europarlamentare del Movimento 5 stelle ed ex presidente dell’Inps, candidato del centrosinistra con l’appoggio di Movimento 5 stelle, Pd, Alleanza Verdi-Sinistra, Italia Viva e due liste civiche (“Democratici e Progressisti” e “Tridico Presidente”). In corsa anche Francesco Toscano, alla guida di Democrazia Sovrana e Popolare.
Alle 23 di domenica l’affluenza si è fermata al 29,1 per cento, in leggero calo rispetto al 30,9 per cento registrato nel 2021. Il dato, secondo il Corriere della Sera, va letto tenendo conto della composizione dell’elettorato: su un totale di 1,88 milioni di aventi diritto, oltre trecentosessantasettemila calabresi sono residenti all’estero e non possono votare per corrispondenza, mentre circa trecentomila risultano domiciliati fuori regione. Di fatto, gli elettori presenti in Calabria sono circa 1,2 milioni, ma la percentuale d’affluenza viene calcolata sul totale degli iscritti, rendendo così il dato ufficiale più basso.
Secondo i sondaggi diffusi prima del silenzio elettorale, Occhiuto resta il favorito, seppure con un vantaggio ridotto rispetto all’inizio della campagna. A fine estate lo davano oltre il sessanta per cento, ma le rilevazioni più recenti lo stimavano tra il cinquantatré e il cinquantaquattro per cento, contro il 42-46 per cento di Tridico.
Il voto in Calabria potrebbe segnare una svolta: da oltre vent’anni, infatti, nessuna coalizione vince due elezioni consecutive. Se confermato, il successo di Occhiuto interromperebbe un lungo pendolo politico che ha visto alternarsi centrodestra e centrosinistra a ogni tornata.
La campagna elettorale è stata dominata dai temi economici e dal lavoro. Tridico ha proposto un «reddito di dignità» regionale, ispirato al reddito di cittadinanza, per sostenere i più fragili. Occhiuto ha bocciato la proposta definendola «insostenibile» e ha promesso invece investimenti mirati nel turismo e la stabilizzazione dei contratti precari.
Centrale anche la sanità, commissariata dal 2009 e affidata fino a poco tempo fa allo stesso Occhiuto. Il governatore uscente ha annunciato di aver avviato l’iter per riportare la gestione sotto il controllo regionale, mentre il candidato del centrosinistra ha denunciato le gravi carenze del sistema ospedaliero e la carenza di medici.
Sul piano infrastrutturale, il ponte sullo Stretto di Messina ha diviso i candidati: favorevole Occhiuto, che lo considera un’occasione di sviluppo e attrazione di investimenti; contrario Tridico, che ritiene quelle risorse «più utili per sanità, trasporti e lavoro».
Lo spoglio inizierà lunedì alle 15, alla chiusura delle urne. Ma il dato politico più evidente è già chiaro: un’affluenza ancora bassa e una regione che, nonostante le promesse e i commissariamenti, fatica a riconoscersi in una classe dirigente stabile e duratura.
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