Leone XIV alla Fao: “Nessuno può restare al margine della strenua lotta contro la fame”

Ottobre 17, 2025 - 09:00
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Leone XIV alla Fao: “Nessuno può restare al margine della strenua lotta contro la fame”

In occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione e dell’80° anniversario della FAO, Papa Leone XIV ha pronunciato un intenso discorso presso la sede dell’Organizzazione, richiamando la comunità internazionale a un rinnovato impegno nella lotta contro la fame e la malnutrizione. Il Pontefice ha denunciato le profonde ingiustizie globali e l’uso del cibo come strumento di guerra, definendo la fame “un’aberrazione etica e un fallimento collettivo”. Ha inoltre esortato governi, istituzioni e cittadini a unire le forze per garantire a tutti sicurezza alimentare, accesso alle risorse e sviluppo sostenibile, fondamenti imprescindibili di una pace duratura.

Le parole del Santo Padre

“Il cuore del Papa, che non appartiene a sé stesso ma alla Chiesa, e, in un certo senso, a tutta l’umanità, mantiene viva la fiducia che, se si sconfiggerà la fame, la pace sarà il terreno fertile dal quale nascerà il bene comune di tutte le nazioni”. Lo ha detto il Papa, intervenendo oggi alla Sede della FAO in occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione e della Celebrazione dell’80° Anniversario della fondazione dell’Organizzazione. “La nostra coscienza – ha ammonito – deve interpellarci ancora una volta di fronte al dramma – sempre attuale – della fame e della malnutrizione. Porre fine a questi mali non spetta solo a imprenditori, funzionari o responsabili politici. È un problema alla cui soluzione tutti dobbiamo contribuire: agenzie internazionali, governi, istituzioni pubbliche, Ong, entità accademiche e società civile, senza dimenticare ogni persona in particolare, che deve vedere nella sofferenza altrui qualcosa di suo. Chi patisce la fame non è un estraneo. È mio fratello e devo aiutarlo senza indugio”. Si tratta – ha precisato Papa Leone XIV – di un obiettivo “tanto nobile quanto ineludibile: mobilitare tutte le energie disponibili, in uno spirito di solidarietà, affinché nel mondo a nessuno manchi il cibo necessario, sia in quantità sia in qualità. In tal modo, si porrà fine a una situazione che nega la dignità umana, compromette lo sviluppo auspicabile, costringe ingiustamente moltitudini di persone ad abbandonare le proprie case e ostacola l’intesa tra i popoli”.

L’obiettivo Fame Zero

“Dobbiamo ricordare con forza – ha sottolineato ancora il Papa – che raggiungere l’obiettivo Fame Zero sarà possibile solo se ci sarà una volontà reale di farlo, e non soltanto dichiarazioni solenni. È necessario, ed estremamente triste, ricordare che, nonostante i progressi tecnologici, scientifici e produttivi, seicento settantatré milioni di persone nel mondo vanno a dormire senza mangiare. E altri duemilatrecento milioni non possono permettersi un’alimentazione adeguata dal punto di vista nutrizionale. Sono cifre che non possiamo considerare mere statistiche. Forse il dato più toccante è quello dei bambini che soffrono di malnutrizione, con le conseguenti malattie e il ritardo nello sviluppo motorio e cognitivo. Non è un caso, bensì il segno evidente di una insensibilità imperante, di un’economia senz’anima, di un modello di sviluppo discutibile e di un sistema di distribuzione delle risorse ingiusto e insostenibile. In un tempo in cui la scienza ha prolungato la speranza di vita, la tecnologia ha avvicinato continenti e la conoscenza ha aperto orizzonti un tempo inimmaginabili, permettere che milioni di esseri umani vivano – e muoiano – vittime della fame è un fallimento collettivo, un’aberrazione etica, una colpa storica”.

Gli scenari

Il Papa ha poi ricordato come “gli scenari dei conflitti attuali hanno fatto riemergere l’uso del cibo come arma da guerra. Sembra allontanarsi sempre più quel consenso espresso dagli Stati che considera un crimine di guerra la fame deliberata, come pure l’impedire intenzionalmente l’accesso al cibo a comunità o interi popoli. Il diritto internazionale umanitario vieta senza eccezioni di attaccare civili e beni essenziali per la sopravvivenza delle popolazioni. Con dolore siamo testimoni dell’uso continuo di questa crudele strategia che condanna uomini, donne e bambini alla fame negando loro il diritto più elementare: il diritto alla vita. Tuttavia, il silenzio di quanti muoiono di fame grida nella coscienza di tutti, anche se spesso ignorato, messo a tacere o distorto. Non possiamo continuare così, poiché la fame non è il destino dell’uomo ma la sua rovina. Rafforziamo, quindi, il nostro entusiasmo per porre rimedio a questo scandalo! Non fermiamoci pensando che la fame è solo un problema da risolvere. È molto di più. È un grido che sale al cielo e che esige la rapida risposta di ogni nazione, di ogni organismo internazionale, di ogni istanza regionale, locale o privata. Nessuno può restare al margine della strenua lotta contro la fame. È una battaglia di tutti”. “Contemplando l’attuale panorama mondiale – ha osservato il Pontefice – si ha l’impressione che siamo diventati testimoni abulici di una violenza lacerante, quando, in realtà, le tragedie umanitarie ben note a tutti dovrebbero spronarci a essere artigiani di pace. Un’emorragia che dovrebbe attirare immediatamente la nostra attenzione e che dovrebbe portarci a raddoppiare la nostra responsabilità individuale e collettiva, risvegliandoci dal funesto letargo in cui siamo immersi. Il mondo non può continuare ad assistere a spettacoli così macabri come quelli in corso in numerose regioni della terra. Bisogna porvi fine il prima possibile. Non possiamo limitarci a proclamare valori. Dobbiamo incarnarli. Gli slogan non fanno uscire dalla miseria. È urgente superare un paradigma politico tanto aspro, basandosi su una visione che prevalga sul pragmatismo dominante che sostituisce la persona con il beneficio. Non basta invocare la solidarietà: dobbiamo garantire la sicurezza alimentare, l’accesso alle risorse e lo sviluppo rurale sostenibile”.

Il rinnovato impegno

È giunta l’ora – ha concluso Leone XIV – di assumere un rinnovato impegno, che incida positivamente sulla vita di quanti hanno lo stomaco vuoto e si aspettano da noi gesti concreti che li sollevino dalla loro prostrazione. Tale obiettivo può essere raggiunto solo mediante la convergenza di politiche efficaci e l’attuazione coordinata e sinergica degli interventi. L’esortazione a camminare insieme, in concordia fraterna, deve diventare il principio guida che orienta le politiche e gli investimenti, perché solo attraverso una cooperazione sincera e costante si potrà costruire una sicurezza alimentare giusta e accessibile a tutti. Solo unendo le nostre mani, potremo costruire un futuro dignitoso, nel quale la sicurezza alimentare si riaffermi come un diritto e non come un privilegio. Con questa convinzione, vorrei sottolineare che nella lotta contro la fame e nella promozione di uno sviluppo integrale, il ruolo della donna si configura come indispensabile, anche se non viene sempre sufficientemente apprezzato. Desidero richiamare l’attenzione internazionale sulle moltitudini che non hanno accesso all’acqua potabile, al cibo, alle cure mediche essenziali, a un alloggio decente, all’istruzione di base o a un lavoro dignitoso, affinché possiamo condividere il dolore di coloro che si nutrono solo di disperazione, lacrime e miseria. Non possiamo aspirare a una vita sociale più giusta se non siamo disposti a liberarci dall’apatia che giustifica la fame come fosse una musica di sottofondo alla quale ci siamo abituati”.

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