L’Eurocamera fissa i paletti per la PAC del futuro: bilancio autonomo, meno burocrazia e più pagamenti diretti

Bruxelles – L’Eurocamera fa scudo intorno alla Politica Agricola Comune del futuro e mette in guardia la Commissione europea: la PAC non dovrà essere “integrata con altri settori di finanziamento”, come invece proposto a luglio da Ursula von der Leyen nella bozza del Quadro finanziario pluriennale (2028-2034). Non solo: l’equazione dovrà includere inoltre meno oneri amministrativi per gli agricoltori e più pagamenti diretti rafforzati.
Sono i paletti indicati in una risoluzione non vincolante, adottata oggi (10 settembre) dall’Aula di Strasburgo con 393 voti favorevoli, 145 contrari e 123 astensioni. Il bilancio post-2027 del programma più longevo dell’Unione – varato per la prima volta nel 1962 -, dovrà essere più consistente ma soprattutto autonomo, respingendo di fatto l’idea della Commissione Ue di integrare i fondi agricoli con altri capitoli di spesa.
“Alla Commissione arriva un messaggio chiaro dal Parlamento: non accetteremo minori risorse per la PAC all’interno del nuovo Quadro Finanziario Pluriennale né l’accorpamento dei fondi per il settore agricolo, per la coesione e per le politiche sociali in un unico calderone nazionale”, promette Camilla Laureti, eurodeputata del Pd e responsabile agricoltura per la delegazione dem. Sulla stessa linea Carmen Crespo Díaz, eurodeputata del Partito Popolare e negoziatrice capo del Parlamento sul futuro dell’agricoltura, che avverte: “Allo stato attuale, la politica agricola comune rischia di essere messa da parte nel bilancio a lungo termine dell’Ue. Ciò è inaccettabile e lotteremo per farlo riscrivere”.
Per il Ppe, sintetizza Crespo Díaz, il messaggio alla leader Ue e al commissario per l’Agricoltura, Cristophe Hansen – entrambi compagni di partito – “è semplice: ridurre la burocrazia, alleggerire gli oneri e lasciare che gli agricoltori coltivino”. Nella risoluzione, gli eurodeputati chiedono che i pagamenti diretti restino destinati a tutti gli agricoltori attivi e professionali, sulla base della superficie coltivata, e che la semplificazione amministrativa sia incastonata tra le priorità del prossimo esercizio finanziario. Così come digitalizzazione dell’agricoltura e incentivi per pratiche sostenibili, gestione idrica ed economia circolare.
Laureti rivendica inoltre un passaggio, ottenuto dal gruppo dei socialisti (S&d), che prevede “un parziale superamento dei pagamenti diretti basati sulla superficie agraria, per indirizzare maggiori risorse agli agricoltori più vulnerabili, alle aziende agricole a conduzione familiare, alle PMI, ai giovani agricoltori e alle agricoltrici, nonché alle aziende che adottano pratiche più sostenibili”.
Infine, l’Aula di Strasburgo chiede alla Commissione di tenere a mente un dato preoccupante: il 58 per cento degli agricoltori ha più di 55 anni, solo il 6 per cento ne ha meno di 35. La ricetta: “Incrementare gli incentivi fiscali e creditizi per rimuovere gli ostacoli all’avvio dell’attività agricola”.
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