L’intelligenza artificiale a Glocal 2025: usarla bene è la vera sfida

Ottobre 20, 2025 - 12:00
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L’intelligenza artificiale a Glocal 2025: usarla bene è la vera sfida
intelligenza artificiale generica da pixabay

Quando si parla di intelligenza artificiale, le opinioni tendono a polarizzarsi: si passa dall’entusiasmo acritico alla preoccupazione più profonda. È diventato un tema centrale nel dibattito pubblico perché segna un passaggio storico. C’è chi definisce l’avvento dell’AI un salto antropologico destinato a cambiare per sempre la vita dell’essere umano e chi invece la ridimensiona, paragonandola a uno “stupido veloce” che con la parola intelligenza ha poco a che fare, preferendo il termine machine learning”, ovvero sistemi ad apprendimento automatico. Il suo compito è addestrare i computer a imparare dai dati e a migliorare con l’esperienza, anziché essere appositamente programmato per riuscirci.
L’intelligenza artificiale rappresenta senza dubbio un salto tecnologico, anche se le reti neurali – i modelli matematici su cui si basa – sono tutt’altro che recenti: la loro prima formulazione risale al 1943. Si tratta di modelli che si ispirano, in modo molto semplificato, al funzionamento del cervello umano.
La domanda quindi è inevitabile: perché l’intelligenza artificiale esplode proprio oggi se la teoria alla base è così datata? La risposta è da ricercare in una serie di fattori decisivi. Anzitutto la potenza di calcolo, che ha raggiunto livelli tali da permettere l’addestramento di reti neurali complesse. Poi la disponibilità di enormi quantità di dati digitali, nuovi algoritmi più efficienti, il cloud computing che rende accessibile l’elaborazione senza bisogno di supercomputer proprietari e, infine, i massicci investimenti economici che hanno accelerato lo sviluppo del settore.

IL VANTAGGIO COMPETITIVO

Secondo gli osservatori più ottimisti, l’AI non sostituirà l’essere umano, ma darà un vantaggio competitivo a chi saprà integrarla in modo intelligente nel proprio lavoro. Alcuni mestieri tradizionali non verranno toccati da questa trasformazione, ma molte funzioni e ruoli a basso valore aggiunto saranno progressivamente automatizzati. Collaborare con questa nuova tecnologia diventerà necessario, tanto che si stima che in Italia il cambiamento coinvolgerà nei prossimi anni circa il 60% dei lavoratori.

NON SOLO CHATGPT

Tutti conoscono ChatGPT, ma esistono molte altre forme di intelligenza artificiale: alcune generano e riconoscono immagini, video e oggetti. Altre analizzano dati e formulano previsioni. Tutte però condividono alcune caratteristiche: capacità di adattamento al contesto, interazione naturale e supporto alle decisioni complesse.
Pietro Giacchetti, head of operations di Metacasa AI, sottolinea un rischio concreto: «Adottare l’AI senza criterio è un rischio reale. La regola fondamentale è semplice: non si usa l’AI “perché esiste”, ma solo quando migliora un processo già esistente. Deve portare almeno uno di questi vantaggi: ridurre i tempi, aumentare la qualità o diminuire i costi. Altrimenti diventa un ostacolo. Non è raro vedere persone complicarsi la vita usando strumenti complessi per compiti semplici che richiederebbero due minuti».

EFFETTI COLLATERALI

Giacchetti elenca anche alcuni effetti collaterali dell’uso improprio dell’AI: i modelli linguistici possono commettere errori con grande sicurezza, generando informazioni false ma credibili. Possono confermare convinzioni sbagliate dell’utente invece di correggerle o amplificare distorsioni presenti nei dati e generare discriminazioni. Accanto a questi rischi se ne aggiungono altri più subdoli: dipendenza dagli strumenti, perdita di competenze umane, fino agli abusi per manipolazione o frodi tramite deepfake.
«Per usarla seriamente serve metodo – conclude Giacchetti -. Chi scrive prompt deve imparare a fornire istruzioni precise: obiettivo, contenuto, tono, destinatario e vincoli. Le macchine tendono a “completare” le informazioni mancanti anche inventando ciò che non sanno, quindi ogni contenuto generato deve essere verificato. L’AI è un aiuto, non un sostituto del giudizio umano».

L’AI AL FESTIVAL GLOCAL 2025 

Il Festival Glocal 2025, in programma dal 30 ottobre al 9 novembre tra Varese e altre sedi lombarde, dedica ampio spazio al tema dell’intelligenza artificiale applicata al giornalismo e alla comunicazione. Dagli strumenti generativi alle nuove competenze richieste nelle redazioni, il programma propone un vero percorso di formazione e confronto sul futuro dell’informazione.
Si parte giovedì 30 ottobre con l’incontro L’AI per il giornalismo: come utilizzare NotebookLM, workshop pratico sui tool di supporto alla scrittura e ricerca.
Il cuore del dibattito arriverà però durante gli Slow News Days, in programma l’8 e 9 novembre a Materia Spazio Libero a Castronno (Varese), con una serie di appuntamenti tematici che affrontano l’AI da prospettive diverse.

L'articolo “Le Ombre del Cuore”: a Bodio Lomnago un incontro sulla dipendenza affettiva sembra essere il primo su VareseNews.

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Redazione Redazione Eventi e News