Mai fare questo errore coi capelli ricci, altro che definiti: li rende stopposi

Ottobre 18, 2025 - 01:00
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Mai fare questo errore coi capelli ricci, altro che definiti: li rende stopposi

Chi ha i capelli ricci lo sa bene: ogni lavaggio è una piccola scommessa. Ci sono giorni in cui le ciocche sembrano perfette, elastiche, morbide, piene di vita.

E altri in cui, senza un motivo chiaro, si seccano, si separano e diventano quella massa informe che nessuna crema riesce a salvare. È frustrante, perché ci si convince di aver sbagliato tutto — il prodotto, la piega, perfino la temperatura dell’acqua — quando in realtà il problema nasce da gesti più semplici, spesso automatici. Io per prima ci sono passata, decisa a capire perché i miei ricci sembravano sempre un po’ tristi, più spenti che definiti.

Con il tempo ho scoperto che la differenza non è nel tipo di riccio ma nel modo in cui lo si tratta. I capelli ricci hanno bisogno di una cura costante, ma soprattutto di equilibrio. Basta poco per appesantirli o, al contrario, disidratarli del tutto. E così, in un periodo in cui mi sembrava di aver trovato la routine perfetta, mi sono resa conto che proprio quel gesto che pensavo facesse bene — lavaggi troppo frequenti, prodotti troppo ricchi, asciugatura all’aria — era la causa dei miei capelli stopposi. Non serve rivoluzionare tutto, basta capire dove si rompe la catena della cura e correggerla con attenzione.

Errori comuni nella cura dei capelli ricci: come evitare capelli secchi e stopposi

Ci sono errori che si imparano solo sulla propria testa, letteralmente. Io, per esempio, per mesi ho ignorato il potere del chiarificante. Pensavo che fosse un passaggio superfluo, quasi aggressivo, invece il contrario. Quando i ricci iniziano a seccarsi e separarsi, spesso la colpa è dei residui di prodotti o del calcare dell’acqua. Quella patina invisibile che soffoca i capelli, impedendo loro di assorbire l’umidità e ritrovare elasticità. Dopo aver introdotto uno shampoo purificante, la differenza è stata immediata. Ma serve misura: va usato solo ogni tanto, seguito da un impacco o da una maschera profonda. Troppa pulizia, come troppo poco, può avere lo stesso effetto.

Un’altra abitudine che ho dovuto cambiare è stata la fretta. Lavavo, tamponavo e correvo ad applicare il gel con i capelli già mezzi asciutti. Risultato: ricci spezzati, crespi, senza forma. I ricci, invece, vogliono acqua. È l’unico modo per farli aggregare, per creare quei “clumps” morbidi e naturali che danno corpo alla chioma. Ora tengo sempre accanto uno spruzzino e bagno le ciocche man mano che applico i prodotti. Non devono gocciolare, ma restare umidi a lungo. La differenza si vede, e si sente: la chioma è leggera, definita, viva.

Ragazza con capelli Ricci
Errori comuni nella cura dei capelli ricci: come evitare capelli ricci secchi e stopposi – sfilate.it

Anche il tipo di prodotto gioca un ruolo decisivo. A volte si pensa che “più è nutriente, meglio è”, ma per molti ricci — soprattutto quelli fini o a bassa densità — burri e oli pesanti fanno solo danni. Ricordo un periodo in cui usavo creme ricche di karité e olio di cocco: i capelli sembravano lucidi, ma al tatto erano rigidi, quasi cerati. È stato solo provando formule più leggere, a base d’acqua o proteine, che ho ritrovato morbidezza.

L’asciugatura, poi, è il capitolo più delicato. Per anni ho creduto che far asciugare i capelli all’aria fosse la scelta più sana. In teoria sì, ma nella pratica, per molti tipi di riccio, l’aria libera è nemica della forma. Il peso dell’acqua tira giù i boccoli, li separa e li lascia allungati, senza definizione. Il diffusore, invece, se usato bene, è un alleato. Non serve scaldare troppo né toccare continuamente i capelli. Basta “hover diffusing”: muovere l’aria intorno, lasciando che i ricci si chiudano in cast (quella leggera pellicola rigida che si forma con il gel) e poi si ammorbidiscano da soli.

E poi c’è la questione dei tagli. I ricci lunghi, se non spuntati regolarmente, perdono forma e diventano più fragili alle punte. È un segnale che si riconosce subito: l’effetto “stringy”, con ciocche fini e disordinate che spezzano la linea. Io ho imparato che bastano due dita ogni tre mesi per mantenere volume e consistenza. Un taglio leggermente scalato aiuta la definizione, perché alleggerisce il peso e permette ai ricci di muoversi.

Con il tempo, la mia routine si è semplificata. Pochi prodotti, gesti precisi, asciugatura controllata. Niente più prove infinite davanti allo specchio, niente panico da wash day. La verità è che i capelli ricci non chiedono perfezione, ma rispetto. Si può avere definizione e morbidezza insieme, basta smettere di forzarli. E soprattutto, evitare quell’errore che tutti almeno una volta abbiamo fatto: pensare che più li tocchi, più si aggiusti la situazione. È esattamente il contrario.

Quando ho capito questo, i miei ricci sono tornati miei. Hanno smesso di sembrare stopposi e hanno ricominciato a raccontare la loro forma naturale, quella che avevo dimenticato.

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