Multibrand ancora in trasformazione. Basili (Camera Buyer): “Urge dialogo con le istituzioni”

Ottobre 16, 2025 - 12:01
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Multibrand ancora in trasformazione. Basili (Camera Buyer): “Urge dialogo con le istituzioni”
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L’universo multibrand è ancora in difficoltà. Pur rappresentando il “termometro per i marchi”, come l’ha descritta Brunello Cucinelli durante il suo intervento, questa categoria fatica ancora a ritrovare una stabilità pre-pandemica. Complici la situazione geopolitica, le differenze generazionali di consumo, le incongruenze tra il commercio fisico e digitale e le nuove prospettive di tendenza.

È ciò che è emerso ieri durante il convegno ‘NE(x)T Retail – Il futuro del multibrand tra continuità, trasformazione e made in Italy’ organizzato da Camera Buyer Italia (Cbi) e patrocinato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, e tenutosi presso la Sala degli Arazzi di Palazzo Piacentini a Roma (l’anno scorso si è tenuto a Milano). Questo evento ha celebrato anche i 25 anni dell’associazione, che riunisce e tutela i principali fashion retailer di alta gamma, e mira a esplorare le sfide e le opportunità che il settore del retail multibrand deve affrontare, tra innovazione, sostenibilità e la valorizzazione del made in Italy.

Il convegno ha posto l’accento sulla necessità di un rinnovato spirito di squadra. “Il mercato si evolve, le generazioni cambiano, e il consumatore cerca esperienze, emozioni e significato”, ha commentato a Pambianconews Maura Basili, presidente di Camera Buyer. “Per questo è necessario un nuovo spirito di squadra, inclusivo, visionario, capace di unire competenze e sensibilità diverse. È il momento di superare l’individualismo che troppo spesso ha frammentato il nostro settore. Dobbiamo aprirci al dialogo con le istituzioni, con le aziende, con i brand e con altre associazioni. Solo così potremo crescere come sistema, e ne sono fermamente convinta”.

Parole d’ordine: dialogo ed evoluzione. “Oggi, molti stanno già sperimentando un’evoluzione, creando spazi che uniscono moda, arte, design, ospitalità e cultura del cibo”, continua Basili. “Le boutique oggi non sono e non devono più essere solo luoghi di vendita, ma presidi culturali che difendono il tempo, la qualità e la cura contro la superficialità del fast fashion”. Un altro aspetto importante sottolineato dalla presidente riguarda l’internazionalizzazione dell’associazione: “Abbiamo già associati a Malta, in Spagna, in Germania, in Romania e nel Benelux – continua -. Questo è un processo che accomuna tutti, dai più grandi ai più piccoli. Chi ha le spalle più coperte, forse, è più facilitato, ma anche il più piccolo deve reinventarsi. Il più grande ha comunque dei rischi diversi rispetto al più piccolo, quindi non sempre essere in una dimensione più grande è un vantaggio: si rischia di più, ma si può anche avere più risorse”.

“Noi come azienda realizziamo il 42% del nostro fatturato tramite il multibrand”, ha asserito nel suo intervento Brunello Cucinelli. “Il multibrand è ‘il vero guardiano del brand’ perché è in grado di darci un termometro su come viene percepita la nostra collezione: se ascoltiamo i vostri feedback, sappiamo con un anno o due di anticipo se un marchio sta incontrando difficoltà”. Dopo un’introduzione accorata, Cucinelli ha però sottolineato anche qualche criticità: “L’avvento del web ha rappresentato un momento delicato, poiché ha reso difficile l’identificazione di ciò che non siamo. L’esclusività non è sempre curata: nei vostri e-commerce, anche se il fatturato è alto, non sempre è evidente l’identità e il gusto del marchio”.

Il convegno, moderato da Cristiano Seganfreddo (FlashArt), ha visto la partecipazione di figure istituzionali quali il ministro Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, il senatore Armando Siri, consigliere per le politiche economiche della Vicepresidenza del Consiglio e Alberto Gusmeroli, presidente della Commissione Attività Produttive, Commercio e Turismo della Camera dei Deputati e la vice capo di Gabinetto Lorenzini e Carlo Capasa (Cnmi). Imprenditori e buyer italiani e internazionali hanno contribuito alla discussione con un panel a cui hanno preso parte Antonio de Matteis (Kiton), Alfonso Dolce (Dolce & Gabbana), Tiziana Fausti (10 Corso Como e Tiziana Fausti), Beppe Nugnes (Nugnes 1920), Lars Braun (Braun De), Luis Sans (Santa Eulalia) e Selvane Mohandas du Ménil (Iads).

“Negli ultimi anni, il retail di lusso italiano ed europeo ha vissuto una profonda trasformazione, passando da un modello tradizionale di commercio al dettaglio a una realtà più complessa e articolata”, ha commentato Beppe Nugnes. “Spesso, però, questa evoluzione non è stata accompagnata da un adeguato riconoscimento istituzionale e da una rappresentanza che possa affrontare efficacemente le sfide del settore”. Secondo Nugnes, il convegno rappresenta un passo importante, poiché segna la prima volta in cui le istituzioni politiche partecipano attivamente insieme ai principali attori del retail. E nonostante le difficoltà, come margini ridotti e vincoli sempre più stringenti, i retailer continuano ad adattarsi rapidamente ai cambiamenti del mercato, mantenendo un valore imprescindibile: la relazione autentica con il cliente. In questo scenario, il convegno si propone come un punto di partenza per costruire tavoli di confronto più solidi e rappresentativi, dove affrontare temi cruciali per la sostenibilità e la crescita del settore, dalla marginalità economica all’esperienza di lusso autentico che i retailer vogliono offrire ai loro clienti.

Hanno avuto spazio anche accademici del mondo della cultura e dell’economia quali Mauro Ferraresi (Iulm) ed Emanuela Prandelli (Bocconi), moderati da Chiara Beghelli (Il Sole 24 Ore), dando una visione dello scenario attuale moda e retail, integrata dal dialogo con Panos Linardos (Rlc Global Forum) e dalla presentazione della ricerca che Pwc ha realizzato per Cbi per l’occasione, esposta da Erika Andreetta. Quest’ultima ha evidenziato che la curiosità per i brand emergenti è particolarmente forte tra le nuove generazioni (Millennials e Gen Z), che vedono nei negozi multimarca un’opportunità di accesso esclusivo a novità e tendenze. In questo contesto, la sostenibilità e la qualità del servizio sono diventati elementi cruciali nelle scelte d’acquisto, con i consumatori sempre più attenti alle politiche ambientali e sociali delle aziende.

In ultima battuta, l’appuntamento ha anche esplorato il futuro del settore attraverso il confronto tra buyer e designer emergenti, con la partecipazione di Laura Milani (TikTok) e i designer Federico Cina e Ilenia Durazzi, con la partecipazione di Sara Sozzani Maino (Fondazione Sozzani), Umberta Gnutti Beretta e Warly Tomei (co-founder di Camera moda fashion trust) e la moderazione di Cinzia Malvini (La7).

Il convegno di Camera Buyer ha fornito ieri un quadro dettagliato della situazione in cui versa il fashion retail italiano e internazionale, sotto la lente della categoria dei multibrand. E questi sono ‘giorni caldi’ per il settore: proprio oggi, infatti, è in programma un tavolo urgente convocato dal ministro Adolfo Urso con le principali associazioni del settore, mentre in Senato arriva il via libera al pacchetto di misure anti-caporalato per la filiera della moda e del tessile. Due mosse che puntano entrambe a difendere la reputazione del made in Italy e a mettere ordine in un comparto in affanno, schiacciato tra concorrenza sleale, pressioni sui costi e irregolarità nella catena produttiva. Gli ultimi avvenimenti che hanno coinvolto la filiera della moda (dall’indagine per condotte illecite di Dior e Armani fino all’accusa caporalato di Loro Piana e, più recentemente, di Tod’s) hanno infatti richiamato l’attenzione delle istituzioni portando, con una certa urgenza, il Governo a studiare nuovi provvedimenti.

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Redazione Redazione Eventi e News