Ue e gas: importazioni tramite gasdotti a -9% nel primo semestre 2025, ma col Gnl arriviamo a +3,4% totali

Settembre 18, 2025 - 15:30
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Ue e gas: importazioni tramite gasdotti a -9% nel primo semestre 2025, ma col Gnl arriviamo a +3,4% totali

Quello tra l’Europa e le importazioni di gas è un rapporto ancora fatto di poche ma promettenti luci e di considerevoli e dense ombre. L’ultimo monitoraggio dei flussi di gas nei Paesi dell’Ue ne è un’ulteriore conferma. Dal report appena diffuso dall’Ieefa (Institute for Energy Economics and Financial Analysis) emerge infatti che nel primo semestre di quest’anno le importazioni di gas tramite gasdotti da parte dei Paesi comunitari hanno subito un calo del 9% su base annua. Questo, soprattutto, per via dello stop delle forniture attraverso l’Ucraina in vigore dal 1° gennaio scorso. Allo stesso tempo, però, l’Ue ha aumentato la sua dipendenza dal gas naturale liquefatto (Gnl). È vero come sottolinea l’Ieefa, che gli Stati europei hanno anche beneficiato dei continui sforzi per ridurre la domanda di combustibile. Ed è vero, come viene evidenziato, che quest’ultimo calo arriva dopo che le importazioni di gas tramite gasdotti sono diminuite di oltre un terzo tra il 2021 e il 2024 grazie al fatto che le misure di efficienza energetica e la crescita delle energie rinnovabili hanno contribuito a ridurre il consumo di questo combustibile fossile negli ultimi anni. Resta però il fatto che le importazioni combinate di gas tramite gasdotti e Gnl dell’Ue sono cresciute del 3,4% su base annua nel primo semestre del 2025. L’Ieefa, tuttavia, prevede che le importazioni di gas dell'UE continueranno a diminuire a partire dal 2026.

«La domanda di gas dell'Ue è in calo strutturale – spiega Ana Maria Jaller-Makarewicz, analista energetica capo per l'Europa presso l'Ieefa – tuttavia, il leggero aumento delle importazioni di gas registrato quest'anno dovrebbe essere un campanello d'allarme per gli Stati membri che non stanno raggiungendo i loro obiettivi in materia di efficienza energetica e energie rinnovabili».

Dal monitoraggio effettuato dall’Ieefa emerge che dall’inizio del 2022 i paesi dell’Ue hanno speso circa 380 miliardi di euro per le importazioni di gas tramite gasdotti, di cui 83 miliardi provenienti dalla Russia. La fine del transito del gas russo attraverso l’Ucraina il 1° gennaio 2025 ha contribuito alla diminuzione delle importazioni di gas tramite gasdotto nell'Ue nel primo semestre del 2025, e a livello comunitario si prevede di interrompere gradualmente l’importazione di petrolio e gas russi entro la fine del 2027.

Tuttavia, per tornare al quadro fatto di poche luci e ancora troppe ombre di cui si diceva, le importazioni dell’Unione di gas russo tramite gasdotto attraverso la Turchia sono aumentate negli ultimi anni. Le tre principali fonti di importazioni di gas tramite gasdotto nell'Ue nel primo semestre del 2025 sono state la Norvegia (55%), l'Algeria (19%) e la Russia tramite la Turchia (10%). Le importazioni di gas tramite gasdotto nell'Ue dall'Azerbaigian, dalla Libia e dalla Norvegia sono diminuite su base annua nel primo semestre del 2025, mentre quelle dall'Algeria, dalla Russia tramite la Turchia, dalla Turchia e dal Regno Unito sono leggermente aumentate.

La soluzione messa sul piatto dall’analista dell’Ieefa Jaller-Makarewicz è semplice quanto chiara: «Una più rapida diffusione dell'energia solare, eolica e delle pompe di calore, nonché una rapida modernizzazione della rete, ridurranno la vulnerabilità dei paesi dell'Ue alle interruzioni dell'approvvigionamento di Gnl, miglioreranno la sicurezza energetica e proteggeranno i consumatori dalla volatilità dei prezzi del gas».

 

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