Un colosso da 4 tonnellate svelerà i segreti del plasma nel più potente reattore a fusione
Il più grande reattore sperimentale a fusione nucleare al mondo, il JT-60SA, si prepara a un nuovo passo avanti. Il laboratorio statunitense Princeton Plasma Physics Laboratory (PPPL) del Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti ha infatti realizzato uno strumento chiave che sarà installato nel reattore giapponese: si tratta di uno spettrometro a cristallo per immagini a raggi X (XICS), un dispositivo di quattro tonnellate progettato per misurare con estrema precisione le emissioni del plasma. L’accordo, frutto della collaborazione tra PPPL, i National Institutes for Quantum Science and Technology (QST) del Giappone e l’ente europeo Fusion for Energy (F4E), consolida la cooperazione internazionale in vista dell’avvio ufficiale dell’impianto, previsto per il 2026.
Il contributo americano rappresenta un traguardo importante: il PPPL è una delle prime istituzioni statunitensi a installare direttamente la propria strumentazione nel JT-60SA, come ha spiegato Luis Delgado-Aparicio, responsabile dei progetti avanzati del laboratorio. L’esperimento giapponese, costruito a Naka, sarà il più potente tokamak operativo fino all’entrata in funzione del progetto ITER in Francia, e servirà come banco di prova per le tecnologie e i metodi di controllo del plasma destinati alle future centrali a fusione.
Ricordiamo che uno degli aspetti più complessi nella ricerca sulla fusione è infatti il controllo del plasma, una materia portata a temperature di milioni di gradi. Anche una minima instabilità può far perdere la confinazione magnetica e compromettere il funzionamento del reattore. Per questo motivo, il nuovo spettrometro XICS sarà determinante nel fornire dati accurati su temperatura, densità e composizione del plasma, consentendo di mantenere condizioni di equilibrio e di apprendere come si comporta la materia in regimi mai raggiunti prima.
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