Un occhio bendato per allenarsi meglio
Ieri, 7 ottobre 2025, la Nazionale Under-21 italiana di calcio si è presentata a un allenamento con un occhio bendato, per volere del CT Silvio Baldini, che ha già utilizzato questo approccio l'anno scorso da allenatore di club con il Pescara. L'obiettivo dichiarato: potenziare concentrazione, percezione periferica e reattività.
Un'idea che sembra uscita da un laboratorio di neuroscienze applicate, ma che in realtà trova terreno fertile nelle recenti ricerche sportive. Ridurre il campo visivo costringe il cervello a rielaborare le informazioni sensoriali, spingendo verso strategie più efficaci in fase di attacco, difesa e movimento senza palla..
Non una "magia" del CT, ma neuroscienza applicata
Può sembrare una trovata estrema, ma la scienza sportiva studia seriamente cosa accade se un calciatore si allena con un occhio bendato. L'ipotesi è che ridurre la visione spinga a "sentire" meglio il campo e gli avversari. Una ricerca pubblicata su PLOS One ha coinvolto giovani calciatori in small-sided games con occlusione visiva: i risultati mostrano cambiamenti nelle distanze tra i giocatori, nei ritmi di corsa e nei comportamenti spaziali sul terreno.Tra le evidenze: in campi più grandi, gli atleti con occlusione camminano di più, corrono meno e realizzano meno passaggi riusciti.
Come allenare il "cervello visivo"
Uno studio su calciatori Under-14 (Acta Gymnica, 2023) ha inserito esercizi tecnici con occlusione visiva nel training settimanale: il gruppo che ha sperimentato la benda ha manifestato miglioramenti nei tempi di esecuzione e meno errori rispetto al gruppo di controllo.Gli autori concludono che questo tipo di allenamento può avere un impatto positivo sulle abilità tecniche una volta ripristinate le normali condizioni visive.
Tecniche affini, come gli allenamenti con occhiali stroboscopici (vision training intermittente), hanno dato risultati simili. Un protocollo di dodici settimane su calciatori universitari ha dimostrato benefici su equilibrio statico e dinamico.Una meta-analisi del 2024 pubblicata su Sports Medicine mostra che anche la "temporal occlusion" video-based, cioè l'interruzione temporanea della visione durante compiti cognitivi, migliora l'anticipazione visiva e la precisione motoria in diversi sport.
Perché è importante (e le "avvertenze per l'uso")
La visione è il sensore primario del movimento. Limitandola, si rafforza l'interazione tra vista, tatto e propriocezione. In molti esperimenti, gli atleti con occlusione visiva mostrano movimenti più controllati, timing migliorato e adattamenti nei modelli motori, perché il cervello "costretto" ad adattarsi attiva percorsi complementari.
Queste tecniche non vogliono sostituire (ovviamente) l'allenamento tradizionale, ma introdurre un vincolo percettivo che stimola plasticità sensoriale e motoria. Tuttavia gli esperti sottolineano come il metodo vada applicato con cautela: sempre in ambienti controllati, senza contrasti, per evitare rischi di collisione dovuti alla visione ridotta..
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