Xbox Game Pass e PlayStation Plus non premiano gli sviluppatori, commenta l’ex-Bethesda Pete Hines


I servizi in abbonamento come Xbox Game Pass e PlayStation Plus rappresentano una buona opportunità per il pubblico di provare i giochi presenti nei rispettivi cataloghi con una semplice sottoscrizione mensile e senza ulteriori spese. C'è chi, tuttavia, non piace questo modus operandi proposto da Microsoft e Sony.
Chi si trova su tale sponda è Pete Hines, ex-dirigente Bethesda che ha curato la divisione marketing e comunicazioni della compagnia fino al 2023. In parole brevi, una figura di grande spicco nell'industria videoludica, che a proposito dell'argomento sui servizi in abbonamento di Microsoft e Sony non ha versato parole al miele nelle sue recenti dichiarazioni.
Xbox Game Pass e PlayStation Plus sono un grosso problema per Hines
In un'intervista rilasciata ai microfoni del portale DBLTAP, l'ex-Bethesda ha ancora dei forti sentimenti sullo stato attuale dell'industria e su come i servizi di abbonamento si inseriscono nel quadro generale. Su quest'ultimo punto, in particolare, crede che i servizi in abbonamento (Game Pass e PS Plus, appunto) potrebbero non essere convenienti per gli sviluppatori:Non lavoro più in nessuna di queste aziende, per cui non presumo che tutto ciò che conoscessi ai tempi sia ancora vero oggi. Allo stesso tempo, sono stato abbastanza coinvolto da sapere di aver visto quello che, diversi anni fa, consideravo una decisione piuttosto miope, e sembra che si stia confermando ciò che ho detto. Le sottoscrizioni sono diventate una nuova parolaccia, giusto? Non si può più comprare un prodotto.Hines focalizza il punto della questione sulla capacità di bilanciare le esigenze e la gestione dei servizi con i bisogni delle persone che creano il contenuto:
Quando si parla di un abbonamento basato sui contenuti, se non si capisce come bilanciare le esigenze del servizio e le persone che gestiscono il servizio con quelle che creano il tuo contenuto – senza i quali il tuo abbonamento non ha alcun valore – allora c'è un serio problema. È necessario conoscere, compensare e riconoscere correttamente ciò che serve per creare quel contenuto e non solo. Questa situazione sta danneggiando molte persone, anche i creatori di contenuti stessi, perché si adattano a un ecosistema che non sta valorizzando e premiando in modo adeguato ciò che stanno facendo.
Una ex-Xbox è d'accordo con le parole di Hines
Anche l'ex dirigente di Xbox, Shannon Loftis, appoggia le dichiarazioni dell'ex-Bethesda. Si tratta di un'altra importante figura che ha lavorato per quasi 30 anni con Microsoft arrivando a coprire il ruolo di vicepresidente di Xbox Game Studios, prima del suo abbandono nel giugno 2022. Commentando su LinkedIn, Loftis ha scritto:Come sviluppatore Xbox di lunga data, posso attestare che Pete ha ragione. Nonostante il Game Pass può aver avuto ragione su alcuni giochi che altrimenti sarebbero stati affossati (esempio, Human Fall Flat), la maggior parte degli altri titoli che entrano sul Game Pass producono meno guadagni, a meno che il gioco non sia progettato per generare ricavi durante l'utilizzo. Dovrei (e un giorno potrei) scrivere pagine su pagine riguardanti le strane tensioni interiori provocate da questo tipo di modello.[caption id="attachment_1105697" align="aligncenter" width="1200"]

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