Cucinelli resta fiducioso sull’anno: nove mesi a +11%, superato il tetto del miliardo di euro. “Non siamo preoccupati”

“Abbiamo chiuso i primi nove mesi dell’anno con ottimi risultati in termini di fatturato, con una crescita del 10,8% a cambi correnti (11,3% a cambi costanti) e, data la qualità delle vendite, crediamo che lo stesso valga anche in termini di utile; riteniamo che l’immagine del brand trasmetta chiaramente il modo in cui intendiamo vivere e
lavorare”. Brunello Cucinelli conferma il solido momento del gruppo umbro anche nel 2025, con vendite che per la prima volta hanno superato il miliardo di euro al 30 settembre 2025 (per la precisione 1,019 miliardi di euro rispetto ai 920 milioni dello stesso periodo di un anno fa), rafforzando ulteriormente la fiducia nel raggiungimento dell’obiettivo di chiusura dell’anno con un incremento del 10% dei ricavi. Ma, soprattutto, la presentazione dei dati finanziari e la conference call che è seguita è stata l’occasione per il patron e per il management del marchio di dissipare le nubi dopo le turbolenze della scorsa settimana legate alle accuse di Morpheus Research su un presunto aggiramento delle sanzioni in Russia che avevano fatto precipitare giovedì scorso il titolo di 17 punti percentuali in Borsa. Oggi il titolo ha aperto le contrattazioni in progresso del 2,4%, a conferma che analisti e investitori non sembrano dare seguito alle accuse. Negli ultimi cinque giorni il titolo è cresciuto del 18 per cento.
Tornando ai dati, nel terzo trimestre le vendite si sono attestate a 335,5 milioni, registrando una crescita del +12% a cambi correnti (+12,4% a cambi costanti), con un incremento del +13,9% nel canale retail e del 9% di quello wholesale. A livello dei nove mesi, le vendite nelle Americhe sono aumentate del 9,2% con “solidi risultati sia nei negozi diretti sia nei luxury department stores”. In progresso anche l’Europa, con un incremento dell’8,9 per cento. “La solida base interna della nostra attività nei paesi europei, unita al turismo di fascia alta, inclusi i clienti americani, ha sostenuto un aumento del +10,7% nel terzo trimestre”, riporta la nota. Ottimi i risultati in Asia, in crescita del 15,6%, con la Cina che ha continuato a registrare una crescita a due cifre (rappresenta circa il 13% delle vendite). A livello di canale distributivo, il retail ha messo a segno nei nove mesi un +11,4% con un terzo trimestre a +13,9 per cento. In crescita anche il wholesale (che pesa per il 37% circa dei ricavi) a +9,7 per cento.
Negli ultimi mesi dell’anno, spiega il gruppo, sono previsti importanti eventi in Giappone e in Corea che si aggiungono al premio Outstanding Achievement Award che il British Fashion Council consegnerà a Brunello Cucinelli il primo dicembre a Londra e all’anteprima del film ‘Brunello, il visionario gentile’, del regista premio Oscar Giuseppe Tornatore. “Con l’esecuzione delle attività appena descritte e il completamento del piano che prevede due aperture e due ampliamenti nell’ultimo trimestre,
ci aspettiamo una crescita armonica e ben distribuita nelle diverse aree geografiche e nei vari canali”, aggiunge la nota che ricorda poi come il 2025 “rappresenti un anno molto importante per gli investimenti, con il piano triennale 2024-26 per la produzione artigianale made in Italy che verrà completato con un anno di anticipo rispetto al previsto, insieme al raddoppio dello stabilimento di Solomeo, che ci consentirà di operare con tranquillità fino al 2035 circa”. Confermato l’outlook anche per il 2026 con una crescita del fatturato di circa il +10% e profitti “sani ed equilibrati”.
Come anticipato, il cda e la presentazione dei dati sono stati anticipati rispetto alla data precedente del 16 ottobre per rispondere alle accuse mosse prima da Pentagon, poi da Morpheus Research (mai nominati nel corso della conference call) sulle attività in Russia e sulla presunta politica di “sconti aggressivi” per smaltire un “magazzino gonfio” che “rischia di indebolire il posizionamento esclusivo del marchio”. La conference call di ieri pomeriggio è stata dunque l’occasione per il gruppo per rispondere alle accuse che si sono appunto concentrate sue due tematiche: l’attività in Russia e la gestione del magazzino. Riguardo quest’ultimo argomento, la casa di Solomeo ha ricordato che il modello operativo della maison, specializzato nel ready-to-wear, “si fonda su collezioni moderne, costantemente rinnovate in armonia con la stagione”. Questa impostazione, spiega, comporta un livello di magazzino strutturalmente più elevato rispetto a brand la cui offerta si concentra su altre categorie come gli accessori. La nota evidenzia anche che il livello del magazzino netto è rimasto stabile dalla quotazione, pari al 28,7% nel 2012 e al 28,9% nel 2024. “Il nostro magazzino contiene una parte che riteniamo essenziale per la vita dell’impresa. Essere un brand di abbigliamento di lusso impone una ricerca costante e quotidiana, alla ricerca di innovazione e qualità, una ricerca fatta di idee, di prove, di errori che si traducono in tutta la prototipia che nutre la contemporaneità delle nostre collezioni e l’armonia con il nostro stile”, ha sottolineato Cucinelli.
Sul fronte della Russia, la maison ha fatto sapere che il fatturato generato nel Paese, il cui peso relativo era pari al 9,3% nel 2021, “ha registrato un calo costante dall’inizio del conflitto, attestandosi a 30,6 milioni di euro nel 2024, pari al 2,4% dei ricavi totali”. “Precisiamo – aggiunge la società – che le esportazioni verso la nostra controllata russa sono passate da 16,8 milioni al 31 dicembre 2021 a 5,9 milioni al 31 dicembre 2024, come riportato nei bilanci pubblici”. In particolare, il fatturato del canale retail in Russia è pari a 15 milioni al 31 dicembre 2024, mentre il canale wholesale ha registrato un valore complessivo 15,6 milioni al 31 dicembre 2024. Al 30 settembre 2025 il fatturato complessivo in Russia (comprensivo delle vendite del canale retail e del canale wholesale) ammonta a circa 14,8 milioni, pari all’1,4% del fatturato di gruppo. “Alla luce dei nostri controlli di routine e dell’esame della documentazione di esportazione rispetto alle spedizioni destinate alla Russia, tenuto conto altresì dell’esito dei controlli effettuati dall’autorità doganale italiana, non abbiamo riscontrato alcuna violazione delle restrizioni Ue in riferimento ai prodotti spediti”, spiegano. La nota precisa che i tre negozi diretti in Russia su strada, flagship di grandi dimensioni che rappresentano l’immagine del brand nel Paese, tutti realizzati o ampliati appena prima dell’inizio del conflitto, sono sempre rimasti chiusi dopo l’introduzione delle sanzioni. “Nel contempo abbiamo scelto di mantenere inalterata la struttura della nostra controllata russa, continuando a garantire salari pieni ai dipendenti e a rispettare i contratti di affitto, come sempre abbiamo fatto in ogni parte del mondo in situazioni straordinarie”. Il personale delle boutique attualmente chiuse è oggi impegnato in attività di vendita one-to-one presso lo showroom. “Gli spazi dedicati al marchio all’interno di più ampie strutture multibrand rimangono operativi”, aggiunge la nota, che precisa: “Tra questi evidenziamo la presenza di due spazi gestiti direttamente dalla nostra controllata russa (a cui si aggiunge uno spazio di piccole dimensioni dedicato alla vendita della sola collezione bambino). Il fatturato realizzato negli spazi gestiti direttamente è contabilizzato all’interno del canale retail”.
Durante la conference call, Brunello Cucinelli ha commentato le recenti vicende asserendo: “Non siamo preoccupati, ci sarebbe piaciuto non ci fosse stato, ma non siamo preoccupati” e ha spiegato: “Vendiamo a 500mila clienti ricchi o molto ricchi che sanno bene come si fanno profitti. Nei giorni scorsi ci hanno mandato messaggi fiduciosi sulla casa di moda”.
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