Detassazione della tredicesima: cosa sta valutando il Governo per la Manovra 2026?

Ottobre 8, 2025 - 17:30
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Detassazione della tredicesima: cosa sta valutando il Governo per la Manovra 2026?

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Il tema della detassazione della tredicesima è tornato a essere protagonista nel dibattito politico-economico italiano in queste settimane, con proposte concrete avanzate da Forza Italia e discussioni in corso all’interno del Governo in vista della Manovra 2026.


Obiettivo dichiarato: alleggerire la pressione fiscale su quella mensilità aggiuntiva natalizia per dare un sostegno reale al reddito dei lavoratori dipendenti e stimolare i consumi nella fase finale dell’anno. Ma quali formule si stanno valutando, chi guadagnerebbe davvero e quale sarebbe l’effetto sui conti pubblici?

Il quadro attuale: come viene tassata la tredicesima oggi

La tredicesima mensilità è riconosciuta a dipendenti e pensionati (esclusi gli autonomi), ed è calcolata sulla retribuzione annua lorda suddivisa in 13 quote. Tuttavia, rispetto alle mensilità ordinarie, la gratifica natalizia subisce un’imposizione più gravosa: non beneficia delle detrazioni per lavoro dipendente, che sono già ripartite lungo le altre buste paga nel corso dell’anno. Ciò significa che su quella mensilità si applicano l’Irpef e i contributi previdenziali in modo “pieno”.

Nel 2025, le aliquote Irpef attuali sono il 23 % per redditi fino a 28.000 euro, il 35 % per la fascia intermedia e il 43 % per redditi elevati. A queste percentuali si aggiungono contributi previdenziali a carico del lavoratore, che incidono in media per circa il 9,19 % sulla retribuzione lorda.

Questa struttura spiega perché molte simulazioni parlino di “tredicesima più penalizzata” rispetto alle altre mensilità: l’assenza delle detrazioni specifiche la rende soggetta all’aliquota massima per molti lavoratori.

Le ipotesi in campo: cosa si sta valutando

Nel corso delle ultime settimane, diverse opzioni sono state messe sul tavolo dell’esecutivo come possibili soluzioni da inserire nella Manovra 2026:

Esenzione totale dell’Irpef sulla tredicesima

In questa versione, la gratifica natalizia verrebbe svincolata dall’imposta sul reddito, restando soggetta solo ai contributi previdenziali. Il beneficio netto per i lavoratori sarebbe dunque molto consistente, a patto che lo Stato trovi adeguate coperture.

Imposta sostitutiva agevolata

Una soluzione più “prudente” consiste nell’applicare una tassa fissa agevolata — spesso indicata al 10 % — che riduca l’onere rispetto alle aliquote ordinarie. Questa formula già richiama modelli usati per i premi di produttività.

Riduzione dell’aliquota intermedia Irpef e modulazione per redditi medi

Parallelamente all’ipotesi di detassazione, è allo studio la riduzione dell’aliquota al 33 % per la fascia intermedia (attualmente al 35 %) e l’estensione del tetto fino a 60.000 euro. In questo scenario, la detassazione della tredicesima potrebbe essere combinata con un provvedimento più ampio di riforma Irpef.

Limiti di reddito, tetti e criteri restrittivi

Per mitigare l’impatto sui conti pubblici, è possibile che vengano imposti vincoli: l’agevolazione potrebbe riguardare solo redditi fino a una certa soglia, oppure essere applicata solo su una parte della tredicesima (non su tutta la mensilità).

Misura temporanea o una tantum

Infine, alcuni propongono che la detassazione valga solo per il 2026, come misura straordinaria per contrastare effetti recessivi o stimolare la ripresa nei mesi finali dell’anno. Un intervento di carattere non permanente, pur mantenendo un forte effetto simbolico.

Simulazioni: quanto potrebbe aumentare la tredicesima

Diversi quotidiani e analisti hanno elaborato simulazioni riferite a vari livelli di reddito (RAL). Ecco qualche cifra significativa:

  • Per un reddito annuo lordo di 20.000 euro, l’esenzione totale comporterebbe un guadagno netto stimato di circa + 321 euro, mentre con imposta al 10 % l’incremento stimato sarebbe di + 182 euro.

  • Per un reddito di 28.000 euro grossi l’anno, le stime parlano di + 450 euro nel caso di esenzione e + 254 euro con aliquota agevolata del 10 %.

  • Salendo a 35.000 euro, le stime segnalano un aumento di + 856 euro nell’ipotesi di eliminare l’Irpef e + 611 euro con imposta al 10 %.

  • A 50.000 euro, i dati parlano di + 1.222 euro nel caso dell’esenzione e + 873 euro con aliquota al 10 %.

  • Per redditi più elevati, come 60.000 euro, l’esenzione totale potrebbe portare fino a + 1.802 euro circa, mentre con aliquota al 10 % il vantaggio stimato è attorno a + 1.383 euro.

Naturalmente, queste cifre restano indicative: l’effettivo beneficio dipenderà dalla versione normativa che verrà adottata, dalle soglie, dai criteri e dalle coperture predisposte.

I nodi critici e i rischi da affrontare

Pur allettante per i lavoratori, la detassazione della tredicesima comporta rischi e fragilità:

  • Sostenibilità finanziaria: secondo stime sull’andamento 2024, le tredicesime hanno movimentato circa 59,3 miliardi di euro, generando un gettito Irpef di circa 14,5 miliardi. Un’esenzione totale significherebbe rinunciare a queste entrate, salvo compensazioni altrove.

  • Effetti regressivi: se la misura fosse generalizzata senza limiti, favorirebbe maggiormente chi ha redditi elevati, poiché il vantaggio in termini assoluti sarebbe maggiore per chi paga di più in Irpef oggi.

  • Impatto contributivo: se si esentassero anche i contributi previdenziali, potrebbe ridursi la base contributiva a lungo termine, con riflessi sul sistema pensionistico. Molti scenari tecnici cercano proprio di preservare la componente contributiva.

  • Vincoli europei e regole di bilancio: l’Italia opera sotto vincoli di deficit/ debito e deve rispettare gli obblighi europei. Qualsiasi misura fiscale generosa deve essere compatibile con i paletti del Patto di Stabilità.

  • Possibili abusi e distorsioni: imprese o lavoratori potrebbero strutturare la retribuzione in modo da massimizzare il beneficio fiscale, spostando maggiori compensi nella tredicesima agevolata. Serve un testo saldato e coerente per evitare elusioni.

Il contesto politico, le coperture e le tempistiche

Dietro ogni misura fiscale c’è un compromesso politico. In queste settimane, l’esecutivo sta distribuendo risorse per circa 16 miliardi di euro nella manovra, suddivise tra coperture, tagli di spesa e maggiori entrate.

Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha ribadito la necessità di combinare ambizione sociale con rigore contabile, affinché la manovra non comprometta la credibilità finanziaria del Paese.

Il confronto all’interno della maggioranza sarà determinante: Forza Italia spinge molto su questa misura, la Lega vorrebbe ampliare la flat tax agli autonomi, mentre Fratelli d’Italia punta su sostegni alle famiglie e politiche natalità.

Il disegno di legge di bilancio verrà depositato entro fine ottobre 2025, e l’iter parlamentare si concluderà entro dicembre. Entro quelle settimane emergeranno le versioni definitive delle ipotesi di detassazione, con elementi come: soglie di reddito, aliquote agevolate, tetti massimi e meccanismi di copertura.

Misura simbolica o svolta reale?

La detassazione della tredicesima ha il pregio di parlare direttamente al portafoglio dei lavoratori e può generare un effetto immediato sui consumi natalizi. Se ben tarata — con limiti di reddito, temperamenti e coperture robuste — può diventare uno strumento concreto di sostegno alle famiglie in un periodo difficile.

Tuttavia, il rischio è che rimanga una promessa senza sostanza: se le coperture non saranno adeguate, se la platea sarà stretta o se l’agevolazione risulterà troppo condizionata, l’effetto percepito potrebbe essere modesto. In ogni caso, la misura rappresenta una delle sfide centrali della Manovra 2026 e sarà cruciale osservare le scelte finali in Parlamento: potranno indicare se questa detassazione resterà un’idea simbolica o si tradurrà in un cambiamento fiscale reale per milioni di italiani.

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