Edilizia scolastica, dossier Legambiente 2025: un quarto di secolo di promesse mancate

Settembre 15, 2025 - 16:30
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Edilizia scolastica, dossier Legambiente 2025: un quarto di secolo di promesse mancate

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Ecosistema Scuola 2025: nel dossier di Legambiente si denuncia un quarto di secolo di fragilità nell’edilizia scolastica italiana. Ecco tutti i dati.


Quando in Italia suona la campanella, non a tutti gli studenti è garantito lo stesso diritto a frequentare una scuola sicura, efficiente e accogliente. A dirlo con chiarezza è il XXV rapporto Ecosistema Scuola di Legambiente, che fotografa lo stato dell’edilizia scolastica nel 2024 e ripercorre gli ultimi 25 anni di politiche pubbliche. Il quadro è tutt’altro che rassicurante: tra carenze strutturali, fondi insufficienti e servizi scolastici a macchia di leopardo, il sistema continua a scontare disuguaglianze profonde, soprattutto a danno del Mezzogiorno.

Sicurezza degli edifici: un problema irrisolto

Secondo il report, su oltre 7.000 edifici monitorati in 97 capoluoghi, meno della metà (47%) dispone del certificato di agibilità e appena il 45% ha il collaudo statico. Ancora più allarmanti i dati relativi alle zone a rischio sismico: meno del 15% degli immobili è progettato o adeguato alle normative antisismiche, mentre oltre la metà non ha mai effettuato verifiche di vulnerabilità.

Il nodo più critico resta quello dei solai, spesso protagonisti di incidenti gravi. Solo un terzo degli edifici ha subito indagini diagnostiche negli ultimi cinque anni, con differenze significative tra le aree geografiche: al Sud le verifiche raggiungono il 36%, al Centro non superano il 22%. Ancora più bassa la quota di scuole dove si è proceduto con interventi di messa in sicurezza: appena l’11% a livello nazionale.

La sostenibilità resta indietro

La transizione ecologica sembra lontana dalle aule italiane. Soltanto il 16% delle scuole ha beneficiato di interventi per l’efficientamento energetico e, tra quelle che dispongono di una certificazione, quasi il 67% rientra nelle classi meno virtuose (E, F o G). Anche la diffusione di impianti da fonti rinnovabili resta marginale: solo una scuola su cinque è dotata di sistemi di produzione pulita, con punte negative nelle Isole (10%).

Sul piano dei servizi, il tempo pieno interessa meno del 40% delle classi e nelle regioni insulari scende al 16%. Le mense, presenti in tre edifici su quattro, crollano al 38% nelle Isole. Anche gli impianti sportivi, disponibili solo nella metà delle scuole, raramente sono accessibili fuori dall’orario scolastico, soprattutto nel Mezzogiorno.

Fondi scarsi e frammentati

Uno degli aspetti più critici messi in evidenza dal dossier riguarda le risorse economiche. Nel 2024, la spesa media per manutenzione straordinaria è stata di poco inferiore ai 40mila euro per edificio, in calo rispetto alla media dei cinque anni precedenti. Ancora più bassa la spesa effettiva, ferma a 29mila euro. Il divario territoriale è evidente: mentre il Nord riesce a investire oltre 41mila euro, Sud e Isole si fermano a circa 5mila.

La manutenzione ordinaria, indispensabile per la gestione quotidiana, è anch’essa sottodimensionata: appena 8.300 euro per edificio, con grandi oscillazioni tra le diverse aree del Paese.

Un quarto di secolo di ritardi

Guardando agli ultimi 25 anni, Legambiente descrive un percorso fatto di passi avanti troppo lenti e discontinui. I fondi per la manutenzione ordinaria si sono mantenuti costanti ma bassissimi, oscillando tra 5mila e 13mila euro per edificio dal 2009 al 2024. Gli interventi straordinari hanno interessato tra il 40% e il 60% degli edifici, ma senza continuità.

L’analisi mostra anche come, dopo una riduzione progressiva degli edifici con bisogno urgente di interventi (dal 40% a circa il 30%), negli ultimi anni la percentuale sia tornata a crescere, raggiungendo di nuovo il 40% nel 2024.

Un arretramento si registra anche nei trasporti scolastici: se nei primi anni Duemila circa il 38% degli istituti disponeva di scuolabus, oggi la quota si è dimezzata. Al contrario, c’è stato un lento aumento dell’uso di fonti rinnovabili, passate dallo 0% all’inizio del secolo al 20% nel 2024. Sul fronte amianto, dopo un calo costante fino al minimo storico del 4% tra il 2018 e il 2020, la percentuale è tornata a salire al 10%: un dato che Legambiente interpreta come effetto di controlli più accurati e di una maggiore trasparenza da parte dei Comuni.

Le richieste di Legambiente

Di fronte a un quadro così critico, l’associazione ambientalista rilancia otto proposte concrete al governo:

  1. Rafforzare l’Anagrafe dell’edilizia scolastica con dati costantemente aggiornati.
  2. Definire un piano nazionale di riqualificazione del patrimonio scolastico.
  3. Stabilire e finanziare nuovi Livelli Essenziali di Prestazione che garantiscano mense, palestre, trasporti e spazi verdi in tutte le scuole.
  4. Valorizzare gli istituti come centri civici, aperti anche oltre l’orario scolastico.
  5. Completare le indagini e la messa in sicurezza dei solai, insieme all’adeguamento antisismico.
  6. Avviare un programma nazionale di riqualificazione energetica e comfort climatico.
  7. Ripensare il dimensionamento scolastico, in risposta al calo demografico.
  8. Promuovere una mobilità scolastica più sostenibile e partecipata.

Secondo Legambiente, senza un piano stabile e coordinato il rischio è quello di perpetuare un circolo vizioso: interventi frammentati, risorse insufficienti e differenze territoriali che condannano parte degli studenti a frequentare scuole non sicure e poco accoglienti.

Buone pratiche e prospettive

Il rapporto non si limita alla denuncia: mette in evidenza anche dodici esperienze virtuose, dove gli istituti hanno saputo investire in sostenibilità, manutenzione e servizi. Questi esempi dimostrano che un cambio di passo è possibile, a patto di avere una visione nazionale che sappia valorizzare e moltiplicare le buone pratiche già esistenti.

Come sottolinea Legambiente, “la scuola deve tornare al centro delle politiche pubbliche, non solo come luogo di istruzione, ma come spazio sicuro, inclusivo e sostenibile”. Un obiettivo che richiede risorse certe, regole chiare e una programmazione di lungo periodo, capace di mettere finalmente fine a venticinque anni di rinvii e interventi parziali.

Edilizia scolastica, il dossier “Ecosistema Scuola 2025” di Legambiente

Qui il documento completo.

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