Gaza, governo pronto a missione militare: task force accelera su ospedali e scuole

Ospedali, case, cibo e scuole. Comincia a prendere forma l’impegno dell’Italia per il futuro di Gaza. A delineare i primi progetti per la ricostruzione è la riunione pomeridiana a Palazzo Chigi con istituzioni e ministeri coinvolti. A presiederla è il ministro degli Esteri Antonio Tajani, che avvia un giro di tavolo per coordinare l’azione dell’esecutivo, dopo l’iniziativa lanciata dalla premier Giorgia Meloni. E mentre la presidente del Consiglio è alla Galleria nazionale d’arte moderna per la riunione del Processo di Aqaba, forum sulla lotta al terrorismo e all’estremismo, a piazza Colonna si consolida una vera e propria ‘task force’ su Gaza che continuerà a riunirsi nelle prossime settimane.
Tajani: “Se sarà richiesta presenza militare, siamo pronti a farlo”
I primi impegni, intanto, sono già sul piatto: sanità, istruzione, agricoltura, sicurezza e intelligence. Sugli ultimi due nodi, il titolare della Farnesina, chiamato a riferire in Aula, conferma la linea della premier. “Se ci sarà richiesta una presenza militare – spiega Tajani – siamo pronti a farlo. Ovviamente se ci sarà richiesta una presenza più consistente, in aggiunta alla presenza dei Carabinieri che sono già a Rafah e a quelli che sono nella missione di formazione della polizia dell’Anp, è ovvio che dovrà esserci un voto del Parlamento”. E sull’eventuale ruolo dei militari italiani in una forza internazionale di stabilizzazione nella Striscia, inizia a intravedersi un ok bipartisan del Parlamento. Dopo la disponibilità del Pd, arrivano le aperture anche di Movimento 5 Stelle, Italia Viva e Azione.
Le ipotesi sul ruolo dell’Italia
Tuttavia, di fronte a una situazione ancora instabile, l’impegno militare dell’Italia è ancora in fase di definizione. Continuano a circolare almeno due ipotesi: una presenza più consistente dei Carabinieri da coinvolgere in attività di monitoraggio e formazione, e l’eventuale impiego degli sminatori del Genio dell’esercito. “Siamo ancora lontani”, assicura però Tajani rispondendo a chi chiede chiarimenti a margine del suo intervento alle Camere. Resta, infatti, da precisare la cornice di un’eventuale presenza italiana. Con la premier, che si è già espressa per un ‘sì’ convinto alla partecipazione a una missione sotto il cappello Onu.
Si lavora su ospedali e scuole
Intanto, l’esecutivo tratteggia i suoi impegni e fa anche qualche annuncio sugli interventi volti a rispondere ai bisogni più urgenti della popolazione palestinese. La Farnesina si dice già al lavoro per preparare il “più grande invio di aiuti alimentari dall’inizio della crisi: 100 tonnellate in totale”, raccolte grazie al contributo delle principali realtà del Sistema Italia. Sicurezza alimentare in primis, dunque, con il rafforzamento dell’esperienza ‘Food for Gaza’. Ma anche sanità e istruzione. Una prima missione tecnica del ministero degli Esteri sarà a Gerusalemme, Ramallah e poi in Giordania nei primi giorni della prossima settimana, per contatti con le autorità locali e con le Agenzie delle Nazioni Unite in loco. L’obiettivo è quello di utilizzare ospedali nella regione per curare bambini e cittadini palestinesi feriti o malati, con le risorse umane e materiali messe a disposizione da diversi ospedali fra cui Bambin Gesù, Gemelli, Rizzoli e Meyer. E poi c’è l’impegno preso dalla Protezione Civile, che valuta l’invio di moduli prefabbricati per ospedali, scuole e abitazioni temporanee, e che ha messo già a disposizione un ospedale da campo. E, nella riunione a cui prendono parte diversi ministri, il capo di Stato Maggiore della Difesa Luciano Portolano, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano e i vertici dell’intelligence, arrivano anche gli impegni del Mur guidato dalla ministra Bernini: attivazione di corsi a distanza con atenei tradizionali e telematici per gli studenti di Gaza, progetti di telemedicina e sostegno alla costruzione di un’università nella Striscia.
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