Genitori responsabili per il minore che fa video offensivi

Settembre 10, 2025 - 12:00
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Genitori responsabili per il minore che fa video offensivi

lentepubblica.it

Sul bullismo digitale interviene la giurisprudenza: i genitori possono infatti essere considerati a tutti gli effetti responsabili per il minore che produce e posta sui social video considerati offensivi.


La Corte d’Appello di Campobasso, con sentenza depositata il 25 agosto scorso, ha confermato la responsabilità dei genitori per l’illecito commesso dal figlio undicenne, autore della pubblicazione su YouTube di un video offensivo nei confronti di un compagno. Il video in questione era stato girato sul bus utilizzato per il trasporto scolastico in un comune del Molise e ritraeva un coetaneo e accompagnato dalla didascalia “bambino handicappato”. I genitori avevano poi avanzato ricorso al grado successivo di giudizio.

Il risarcimento

I genitori del minore vittima del girato avevano avanzato una richiesta risarcitoria sia per danno non patrimoniale sia per danno patrimoniale. I giudici hanno riconosciuto quello non patrimoniale nella misura già quantificata in primo grado.  il danno patrimoniale è stato invece limitato alla sola somma corrispondente alle spese documentate per il sostegno psicologico, quindi in parte ridotto alla cifra  1.305,81 euro.

Criteri alla base della sentenza

Il giudizio di primo grado che aveva già riconosciuto il diritto al risarcimento dei richiedenti imputando alla famiglia del minore la responsabilità. La Corte d’Appello chiamata a pronunciarsi ha confermato la responsabilità ex art. 2048 c.c. dei genitori del minore autore della pubblicazione. La motivazione della sentenza è da rintracciarsi, secondo i magistrati, nell’impossibilità di escludere la culpa in educando e in vigilando dei familiari, soprattutto in relazione all’uso di strumenti digitali come lo smartphone, senza nessun limite né vincolo né, a quanto è parso dall’impianto probatorio, adeguata vigilanza.

I giudici hanno sottolineato che fornire un dispositivo connesso alla rete a un minore obbliga ad una adeguata educazione digitale che sia in grado di consapevolizzare il giovane sui rischi e le conseguenze legate alla condivisione di contenuti online.

L’account youtube intestato all’11enne è illegale in Italia

La difesa ha tentato di fornire molte prove, ma nessuna di queste è stata ritenuta sufficiente a dimostrare l’adozione da parte dei genitori di misure preventive efficaci o di specifiche restrizioni sull’uso del telefono. La Corte ha osservato, inoltre, che il comportamento dei genitori, limitato inizialmente a un atteggiamento teso a ‘minimizzare’ l’accaduto abbia peggioreato la sirtuazione.  la mancanza di una vera e propria smentita unito alla non tempestiva contestazione degli stessi hanno rafforzato la presunzione di responsabilità genitoriale.

In aggiunta, sulla base degli accertamenti effettuati dalla Polizia Postale, si è riscontrato come fosse proprio il minore il titolare dell’account YouTube, mentre l’età minima prevista dalle legge italiana per avere la titolarità di un proprio account youtube è di 16 anni.

I danni cagionati

La sentenza della Corte d’Appella ha solamente rideterminato l’ammontare del danno patrimoniale, circoscrivendo l’import alla sola cifra documentata per spese psicologiche, diversamente ha pienamente riconfermato il danno non patrimoniale per l’importo di 7.950,02 euro riconoscendo la fondatezza del disturbo post-traumatico subito dalla vittima, accertato attraverso consulenza tecnica.

Responsabilità dei genitori non è attenuata dal costume sociale

La sentenza mette in rilievo come, secondo la giurisprudenza consolidata, la sola consegna di strumenti tecnologici a minori senza un controllo e senza adeguati limiti né supporto educativo esponga i genitori a risarcimenti per danni causati a terzi.

Inoltre si legge nella sentenza come l’obbligo educativo non possa essere reso più ‘leggero’ dalla altissima diffusione sociale di tali strumenti tra i giovanissimi, testualmente: “la responsabilità dei genitori ex art. 2048 c.c. non è attenuata dalla precoce emancipazione dei minori frutto del costume sociale” hanno ricordato i giudici, confermando il principio secondo cui l’educazione digitale rientra tra gli obblighi familiari e può essere oggetto di valutazione in giudizio.

Il quadro di fragilità precedente rende più grave l’accaduto

Inoltre è stato ribadito che la presenza di un quadro di fragilità precedente nella vittima non esclude, ma al contrario rende di molto più grave la responsabilità degli autori dell’offesa. Se un figlio pubblica un video offensivo con il proprio telefono dunque, attenzione perché a pagare saranno i genitori, visto che educare i propri figli all’uso e alla gestione delle più moderne tecnologie è da ritenersi un obbligo giuridico, oltre che morale e sociale.

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