I debutti stilistici al vaglio dei buyer. Promossi con lode Balenciaga e Versace

Ottobre 10, 2025 - 01:30
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I debutti stilistici al vaglio dei buyer. Promossi con lode Balenciaga e Versace
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Più di dieci debutti tra Milano e Parigi. Le sfilate primavera/estate 2026 appena concluse hanno dato un gran daffare alla stampa di settore. Dopo le review abbiamo chiesto ad alcuni buyer italiani le proprie sensazioni sugli esordi nelle due capitali della moda. Un nome mette d’accordo tutti i nomi coinvolti: Pierpaolo Piccioli. La prima sfilata di Balenciaga ha convinto il panel consultato da Pambianconews.

“La moda non ha più bisogno di stravolgimenti ma di freschezza e modernità. Prendere il posto di Demna e allo stesso tempo interpretare l’heritage di Cristóbal Balenciaga richiede una cultura del prodotto che pochi possono vantare e Piccioli è tra i più preparati essendo anche un couturier: ha dimostrato un’eleganza stilistica che non si è discostata dal pensiero precedente”, dichiara Beppe Nugnes della boutique Nugnes di Trani. Gli fa eco Carla Biffi degli storici punti vendita milanesi Biffi: “La grazia di Balenciaga mi è piaciuta molto, il brand aveva bisogno di essere ripresentato per quello che era il suo senso nel mondo moda. Piccioli lo ha riportato nel posto giusto con la sua maestria nei colori, l’eleganza, lo charme”. “Molto interessante Pierpaolo Piccioli da Balengiaca, il modo di esprimersi più couture è la sua ricchezza creativa mi hanno colpito molto”, aggiunge Luigi D’Aniello delle boutique campane D’Aniello.

Restando in casa Kering, Gucci by Demna ha lasciato il segno: “Il film presentato da Gucci non mi è dispiaciuto ma penso che la sfilata di Demna sarà ancora più articolata”, riassume Flavia Magnoli del varesino Base Blu. “L’operazione è estremamente complessa perché c’è stato già un passaggio dopo l’importante interpretazione di Alessandro Michele. Demna ha iniziato nuovamente a incuriosire, siamo all’inizio di una nuova storia ma i se i presupposti sono questi ci sono buone possibilità che riuscirà”, dichiara Nugnes. “L’approccio di Demna mi è piaciuto molto, un format diverso rispetto alla sfilata, una sorta di show. Non si è soffermato sui capi ma ci ha fatto vedere un’idea di quello che vuole fare, un modo molto diverso di creare desiderabilità nei confronti del brand”, suggerisce Federico Giglio di Giglio. “Demna ha riacceso l’attenzione su Gucci non parlando di collezione ma di maison. A Milano ho apprezzato la visione di Louise Trotter di Bottega Veneta, che ha interpretato il marchio con estremo lusso ma, allo stesso tempo, rendendolo portabile, ha proseguito un discorso antecedente con il suo sguardo femminile sulla collezione. Versace mi ha molto intrigata, è stata una collezione più vicina alla realtà, agli indumenti che portano i giovani. Simone Bellotti mi ha convinto per la pacatezza, ha mantenuto i canoni di Jil Sander“, aggiunge Biffi. Rimanendo su Versace, “Dario Vitale ha un compito molto arduo da Versace perché la maison ha un heritage definito. L’approccio mi è piaciuto e ho apprezzato il suo modo di vedere forme e colori che sono indubbiamente Versace, senza però scadere in un richiamo tipico alle icone del marchio, ha fatto un ottimo lavoro”, pensa Giglio.

“In generale, molte collezioni rifiutano l’estetica gridata degli ultimi anni. La tendenza prevalente è quella di una moda ‘indossabile’, che privilegia la fluidità delle forme, il dettaglio sartoriale e un dialogo con la memoria stilistica del brand – riflette Gabriele Pancheri di di G&B -. I prossimi must have, oltre a un’attitude estremamente femminile, saranno cappelli iconici, borse in suede come la nuova ‘Amazone’ di Loewe, o la nuova hobo in suede di Dior”.

Commenti positivi per la prima collezione ready-to-wear di Maison Margiela by Glenn Martens per Luigi D’Aniello: “Sovrapposizioni interessanti, abiti affascinanti”. Feedback ottimisti anche per Dior sotto la guida di Jonathan Anderson: “Mi è piaciuto molto perché ha mantenuto quell’estetica borghese modernizzandola, aprendola a culture e visioni diverse per persone dinamiche”, afferma Biffi. “Non è semplice seguire a Maria Grazia Chiuri, Anderson è tra i miei preferiti e ha fatto un lavoro moderno nel rispetto del passato, funzionerà bene”, concorda Nugnes. “Dior è stato un’iniezione di modernità!”, conclude Magnoli.

I buyer coinvolti non si sono espressi nel dettaglio sul debutto di Matthieu Blazy da Chanel non essendo coinvolti nella campagna vendite, ma apprezzano molto la collezione che ha chiuso la Paris fashion week.

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Redazione Redazione Eventi e News