Il crollo dei Cinquestelle nelle Marche conferma una difficoltà cronica alle elezioni locali

Ottobre 1, 2025 - 23:30
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Il crollo dei Cinquestelle nelle Marche conferma una difficoltà cronica alle elezioni locali

Il Movimento 5 stelle è uscito con le ossa rotte dal voto nelle Marche. Il 5,8 raccolto alle ultime regionali è un campanello d’allarme per il partito di Giuseppe Conte. Un risultato che si traduce in un solo seggio, quello confermato da Marta Ruggeri, persino inferiore al 7,1 per cento ottenuto cinque anni fa, quando i grillini correvano in solitaria. Stavolta la coalizione di centrosinistra, il campo largo, non è bastata a invertire la rotta.

«Se nella squadra della nazionale non c’è un giocatore del club per cui tifi, è chiaro che sei meno appassionato alla partita», dice a Repubblica Giorgio Fede, unico deputato marchigiano del Movimento 5 stelle e coordinatore regionale nelle Marche. Per lui, che è stato intervistato da Gabriella Cerami, il partito di Giuseppe Conte fatica quando non riesce a presentare un proprio candidato di peso.

Sembra un’equazione semplice: l’assenza di volti noti del Movimento rende complicato motivare la base, soprattutto in appuntamenti elettorali locali. Secondo un’analisi di YouTrend, solo lo 0,44 quarantaquattro degli elettori Cinquestelle ha espresso preferenze sui candidati consiglieri: segno di un voto legato al simbolo, più che alle persone.

La mancanza di una classe dirigente territoriale continua a essere una delle fragilità storiche del Movimento. Ma forse questa fragilità sta iniziando a presentare un conto difficile da sostenere. Si può notare anche confrontando i dati con le europee 2024: in poco più di un anno, nelle Marche, il Movimento 5 stelle ha perso circa quattro punti percentuali.

La linea delle alleanze resta però confermata. Conte stesso ha ammesso le difficoltà di «digerire» il nuovo corso, ma la decisione di puntare sul campo largo è stata sancita dallo statuto votato dagli iscritti. Certo, le ricadute non sono uguali in tutti i territori: nelle Marche ha pesato anche l’inchiesta sugli affidi sospetti che ha coinvolto Matteo Ricci, candidato del centrosinistra, frenando parte dell’elettorato, soprattutto tra Cinquestelle e Alleanza Verdi-Sinistra.

Il vero banco di prova arriverà in autunno. Domenica tocca alla Calabria, dove il Movimento schiera direttamente Pasquale Tridico come candidato presidente; a novembre sarà la volta della Campania con Roberto Fico. Qui, a differenza delle Marche, ci sono figure di primo piano del partito: e per il Movimento la scommessa è dimostrare di saper contare non solo sul simbolo, ma anche su una leadership riconoscibile sui territori.

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Redazione Redazione Eventi e News