Il riutilizzo delle terre e rocce da scavo può generare un valore di 60 miliardi di dollari e minore CO2

Il riciclo dei principali materiali da costruzione potrebbe generare un valore economico di 60 miliardi di dollari entro il 2030 e arrivare a 241 miliardi di dollari entro il 2050. Non solo. L’adozione di materiali riciclati, consentirebbe anche una riduzione delle emissioni di CO₂, migliorando la competitività delle imprese e favorendo la crescita sostenibile del settore.
A evidenziare le opportunità dal punto di vista economico e anche ambientale del riutilizzo delle terre e rocce da scavo offerte è l’ultimo report dell’Associazione infrastrutture sostenibili (Ais) sul valore della sostenibilità. Nel documento si affronta un tema cruciale per il futuro delle infrastrutture italiane qual è appunto quello del recupero, la gestione e la valorizzazione delle terre e rocce da scavo (Trs).
Tradizionalmente considerate scarti, le Trs sono oggi viste come una risorsa strategica nell’ambito dell’economia circolare, una vera e propria leva per la sostenibilità ambientale, sia in ambito di riutilizzo industriale, sia come ripristino paesaggistico del territorio. Il paper redatto dall’Ais raccoglie esperienze, pratiche virtuose, analisi normative e proposte concrete per ridurre sprechi, abbattere i costi e diminuire gli impatti ambientali.
La partecipazione alla stesura del documento è stata numerosa: ciascun membro ha contribuito mediante la partecipazione a uno dei quattro sottogruppi, ovvero “Scenari”, “Reperimento e gestione”, “Riutilizzo”, “Sostenibilità”, condividendo la propria esperienza tecnica. Alla redazione hanno contribuito gli esperti e i tecnici dei principali player nazionali, quali Fs, Italferr, Adr, Aspi, Snam e Tecne, e alla presentazione (che si terrà il 17 settembre a RemTech Expo) parteciperanno i rappresentanti delle maggiori stazioni appaltanti, in gran parte soci di Ais.
Una delle principali proposte del documento riguarda l’uso della digitalizzazione per migliorare la gestione delle Trs. L’adozione di tecnologie avanzate consente una maggiore trasparenza e tracciabilità dei materiali, facilita l’incrocio tra domanda e offerta di materiali da scavo, e ottimizza la pianificazione dei flussi. Questo approccio digitale rappresenta un passo avanti significativo rispetto alle pratiche tradizionali, rendendo l'intero processo più efficiente e sostenibile.
Inoltre, il report dedica attenzione a casi complessi, come le gallerie di grande diametro, dove la gestione di grandi volumi di terre scavate richiede soluzioni specifiche, e la presenza di amianto naturale, che impone regole rigorose di caratterizzazione e possibilità di riutilizzo sotto il controllo delle autorità competenti. Questi approcci specialistici rispondono a sfide concrete che, se non gestite correttamente, potrebbero rallentare l'avanzamento dei lavori.
«Il recupero delle terre e rocce da scavo rappresenta una delle sfide più rilevanti per la sostenibilità delle infrastrutture» – dichiara Lorenzo Orsenigo, presidente Ais – «Con questo position paper vogliamo offrire criteri chiari e condivisi per valorizzare le TRS, trasformando un problema in un’opportunità. La sostenibilità richiede innovazione, trasparenza e collaborazione: elementi che Ais promuove con forza all’interno della filiera».
Tra l’altro, alla luce della recente evoluzione del quadro normativo, con il nuovo regolamento nazionale destinato a sostituire il Dpr 120/2017, Ais sottolinea l’importanza di un quadro normativo stabile e aggiornato che supporti le imprese e le stazioni appaltanti nel gestire in modo sostenibile le Trs.
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