La Global Sumud Flotilla attaccata due volte in meno di 24 ore: organizzare una resistenza civile adeguata si può

Settembre 10, 2025 - 21:30
 0
La Global Sumud Flotilla attaccata due volte in meno di 24 ore: organizzare una resistenza civile adeguata si può

A meno di 24 ore dal primo attacco dal cielo subito dalla Global Sumud Flotilla – ancora non sono chiare le modalità, sebbene i volontari parlino apertamente di un attacco tramite drone – stanotte è stata colpita anche l’Alma, uno yatch bandiera inglese di trentatré metri di lunghezza, con a bordo un equipaggio composto da persone provenienti da più Paesi. La stessa sorte era toccata all’unità ammiraglia della Flotilla, neanche un giorno prima. L’unità in questione si trovava alla fonda, di fronte al porto turistico di Sidi Bou Said, in attesa del miglioramento delle condizioni meteo, in attesa di incrociare le unità della delegazione italiana, in arrivo dalla Sicilia, per poi far rotta tutte insieme verso Gaza. 

Dalle dichiarazioni rilasciate dagli organizzatori della Flotilla, risulterebbe che a colpire l’imbarcazione sia stato un drone entrato in azione dopo essere stato lanciato da qualche piattaforma non molto distante da dove si trovavano le unità della missione umanitaria dirette a Gaza. I danni provocati dall’attacco si sono avuti sul ponte di coperta, che risulta danneggiato dalle fiamme scoppiate a bordo subito dopo l’attacco dal cielo. L’equipaggio dell’Alma assicura che l’incendio è stato rapidamente estinto e a bordo non ci sono stati né vittime né feriti e “…stanno tutti bene”; tuttavia, si tratta del secondo tentativo di sabotaggio in due giorni, di cui uno a notte fonda, ed è ragionevole pensare che le condizioni di stress emotivo, già alto fin dall’inizio di questa missione umanitaria siano di proporzioni rilevanti – non si era mai visto nulla del genere prima d’ora – per tutti i circa seicento volontari che la compongono, e adesso ulteriormente acuite.  Ma la determinazione di questi giovani non sarà piegata da nessun vile anonimo attacco (nessuno lo ha, finora, rivendicato), da nessuna minacciosa intimidazione, questa sì fatta nei giorni scorsi da autorevoli esponenti del governo di Netanyahu.

Le condizioni meteo per i prossimi giorni, purtroppo, non prevedono una navigazione tranquilla; infatti, le previsioni danno forti venti di scirocco che interesseranno lo Stretto di Sicilia, che sarà attraversato dalle unità della valorosa Flotilla.

I due attacchi provenienti dal cielo – anche se le Autorità tunisine negano questa eventualità –, non si spiegano altrimenti; la ragione molto probabilmente si lega alla grandissima attenzione mediatica che la missione stessa ha riscosso in tutto il mondo e la inusitata sproporzione delle minacce manifestata dal ministro Ben Gvir che, al di là di ogni procedura prevista dall’Unclos (il diritto internazionale del mare), di cui pure Israele è parte contraente, ha tuonato contro la missione e i volontari che vi partecipano, equiparandoli tout court a terroristi e minacciando di conseguenza – se catturati dall’Idf, l’Israelian defence force – di condurli nelle carceri di massima sicurezza di Israele.

Questo è il quado che la cronaca di queste ore ci consegna: da un lato la ferrea determinazione dei volontari a voler proseguire la navigazione verso Gaza senza violare minimamente nessuna legge e nel pieno rispetto delle Convenzioni internazionale, dall’altro le non velate ma esplicite minacce di un Paese che ha fatto della violazione del diritto internazionale il suo modus operandi, facendolo diventare sempre più un Paese fuori legge strictu sensu perché viola quotidianamente e proditoriamente tutti i codici; in ultimo il bombardamento di Doha, mezz’ora dopo che il presidente Trump con squilli di tromba aveva annunciato che si stava lavorando per la tregua immediata tra Hamas ed Israele.  

Un Paese senza controllo e senza remore di alcun genere potrebbe adottare misure forti anche per le unità della Flotilla, i loro equipaggi e i volontari che vi sono imbarcati. La presenza dei parlamentati italiani ed europei a bordo non crediamo possa essere un deterrente tale da neutralizzare la minacciata risposta del Governo pro-tempore di Israele. L’abbiamo già detto da queste colonne, con trono allarmato e preoccupato: la Flotilla non può essere lasciata navigare nel Mediterraneo orientale da sola. Necessita più che mai, dopo gli attacchi subiti, di essere scortata e tutelata a vista da unità navali in grado di poterlo fare: una task force militare dedicata e gestita direttamente da Bruxelles; si è fatto in passato e nulla vieta di riproporre adesso ai vertici militari di Bruxelles di valutare la formazione ad horas di una formazione navale militare, col compito di scortare fino al margine delle acque territoriali israeliane le unità della Global Sumud Flotilla.

Qual è la tua reazione?

Mi piace Mi piace 0
Antipatico Antipatico 0
Lo amo Lo amo 0
Comico Comico 0
Furioso Furioso 0
Triste Triste 0
Wow Wow 0
Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia