László Krasznahorkai ha vinto il Premio Nobel per la Letteratura

Lo scrittore ungherese László Krasznahorkai ha vinto il Premio Nobel per la Letteratura 2025. Il riconoscimento dell’Accademia di Svezia è stato annunciato poco fa con queste motivazioni: «Per la sua opera avvincente e visionaria che, nel mezzo del terrore apocalittico, riafferma il potere dell’arte».

Settantun anni, considerato da tempo tra i più grandi narratori europei contemporanei, Krasznahorkai era da tempo tra i favoriti per il premio. Nel 2015 aveva già ottenuto il Man Booker International Prize, conferma di una notorietà che, pur lontana dai circuiti di massa, lo ha reso un autore di culto.

La sua scrittura è densa, visionaria, scandita da frasi lunghissime che inseguono il pensiero e la catastrofe. In romanzi come “Satantango” (1985) e “Melancolia” della resistenza (1989) Krasznahorkai ha raccontato la disgregazione morale e sociale dell’Europa orientale dopo il comunismo, in un paesaggio dove si confondono realismo e apocalisse. Entrambi i romanzi sono stati portati al cinema dal regista Béla Tarr, che ne ha tradotto il ritmo ipnotico e il senso di inesorabile disfacimento.

Le sue storie, ambientate spesso in paesaggi desolati e metafisici, parlano della fine delle illusioni collettive, del peso della colpa e della possibilità di redenzione attraverso l’arte. Come scrive il New York Times, Krasznahorkai «vede nell’apocalisse non una fine, ma una forma di verità», e nelle sue pagine «ogni frase diventa un mondo che implode su se stesso».

In Italia è pubblicato da Bompiani, che ha contribuito a far conoscere una voce unica della narrativa europea: un autore capace di trasformare la disperazione in visione e di fare della rovina una forma di poesia.

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