Privacy violata in un asilo nido: stop del Garante alle telecamere

Settembre 16, 2025 - 23:00
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Privacy violata in un asilo nido: stop del Garante alle telecamere

lentepubblica.it

Il Garante per la protezione dei dati personali ha emesso un provvedimento destinato a fare scuola nel campo della tutela dei minori, sanzionando un asilo nido per una gestione non conforme delle telecamere di videosorveglianza.


Un asilo nido è stato infatti sanzionato per aver diffuso online le immagini dei propri piccoli alunni e per l’uso improprio di sistemi di videosorveglianza, senza garantire i diritti fondamentali alla riservatezza e alla dignità dei bambini.

La decisione dell’Autorità nasce dal reclamo presentato da un genitore che, per iscrivere la figlia alla struttura, si era trovato obbligato a firmare un consenso per l’utilizzo delle fotografie della bambina. Oltre a questa anomalia, il padre aveva denunciato la presenza di telecamere attive durante lo svolgimento delle attività educative, sollevando dubbi sulla legittimità del trattamento delle immagini.

Foto online anche in momenti intimi

L’istruttoria ha rivelato una situazione preoccupante. L’asilo aveva pubblicato sul proprio sito istituzionale e perfino sulla scheda di Google Maps una serie di foto che ritraevano i bambini, di età compresa tra i 3 e i 36 mesi, in diversi momenti della loro quotidianità. Non si trattava solo di immagini generiche legate al gioco o ad attività didattiche, ma di scatti in contesti particolarmente intimi: durante il riposo pomeridiano, a tavola, mentre utilizzavano i servizi igienici, durante il cambio dei pannolini o nel corso di massaggi infantili.

Questi contenuti, oltre a rappresentare una grave invasione della sfera privata dei minori, sono stati resi accessibili a chiunque navigasse sul web, con il rischio che potessero finire nelle mani di malintenzionati. La diffusione online di fotografie di bambini così piccoli, specie in situazioni delicate, espone infatti a pericoli difficilmente controllabili, legati a possibili riutilizzi per scopi illeciti.

Il consenso dei genitori non basta

Uno degli aspetti più rilevanti della decisione del Garante riguarda la questione del consenso. L’asilo sosteneva di avere l’autorizzazione dei genitori per utilizzare le immagini dei figli. Tuttavia, l’Autorità ha chiarito che un consenso ottenuto in tali condizioni non può essere considerato valido.

Innanzitutto, il superiore interesse del minore deve prevalere su ogni altra esigenza, compresa quella dell’istituto di promuovere la propria attività. In secondo luogo, il consenso non era né libero né consapevole: ai genitori veniva chiesto di firmare l’autorizzazione come condizione necessaria per l’iscrizione, senza una reale possibilità di rifiuto. Di fatto, le famiglie si trovavano costrette ad accettare, pena l’esclusione dall’asilo.

Videosorveglianza fuori legge

Anche l’utilizzo delle telecamere si è rivelato irregolare. I dispositivi registravano non solo i bambini, ma anche gli insegnanti, il personale ausiliario, i genitori in visita e persino i fornitori esterni. Un sistema che non rispettava né le garanzie previste dallo Statuto dei lavoratori, né le norme in materia di privacy.

L’assenza di adeguati accordi sindacali e di misure tecniche idonee a limitare la raccolta dei dati ha reso l’intero impianto illegittimo. Le riprese, effettuate anche durante le attività didattiche, risultavano invasive e sproporzionate rispetto alla finalità dichiarata, ovvero garantire la sicurezza.

La decisione del Garante

Alla luce delle violazioni accertate, l’Autorità ha imposto all’asilo di interrompere immediatamente la pubblicazione online delle fotografie dei bambini e di cancellare tutte quelle già diffuse in maniera indebita. Inoltre, ha comminato una sanzione amministrativa di 10mila euro.

Il provvedimento sottolinea come, in casi simili, l’interesse superiore dei minori debba essere considerato prioritario rispetto a qualsiasi altra esigenza organizzativa o promozionale. Pubblicare immagini di bambini molto piccoli in situazioni intime non solo è vietato dalla normativa, ma può avere conseguenze dannose irreparabili.

Una lezione per le strutture educative

L’episodio mette in luce un tema cruciale: il rispetto della privacy dei minori nelle scuole e nei servizi per l’infanzia. La gestione delle immagini e dei dati personali non può essere lasciata all’improvvisazione o, peggio, piegata a logiche di marketing. Ogni trattamento deve essere giustificato da una reale necessità, proporzionato e accompagnato da misure di protezione adeguate.

La vicenda, inoltre, richiama l’attenzione delle famiglie. Spesso i genitori firmano moduli di consenso senza essere pienamente consapevoli delle implicazioni. È invece fondamentale pretendere trasparenza da parte delle strutture educative e vigilare affinché non vengano superati i limiti stabiliti dalla legge.

Un tema di interesse generale

La decisione del Garante non riguarda solo l’asilo sanzionato, ma l’intero sistema scolastico e prescolastico. L’uso crescente di immagini e contenuti digitali richiede un equilibrio delicato tra esigenze comunicative e tutela dei minori. Con questo provvedimento, l’Autorità ribadisce che la dignità dei bambini non può essere sacrificata in nome della promozione delle attività educative.

In un’epoca in cui la circolazione dei dati online è potenzialmente illimitata, ogni leggerezza può tradursi in un danno permanente. L’intervento dell’Autorità serve quindi da monito: la protezione della privacy dei più piccoli non è un optional, ma un diritto imprescindibile.

Il provvedimento del Garante: sanzionato l’asilo nido che gestisce male le telecamere di videosorveglianza

Qui il documento completo.

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