Rapporto Coop, i negazionisti climatici in Italia scendono al 7% dal 14% registrato nel 2022

Settembre 17, 2025 - 08:30
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Rapporto Coop, i negazionisti climatici in Italia scendono al 7% dal 14% registrato nel 2022

È diminuita in modo netto la quota di italiani che nega l’esistenza o la gravità del cambiamento climatico. Secondo quanto emerge dal Rapporto Coop 2025, i cosiddetti negazionisti climatici sono oggi appena il 7% della popolazione, in calo dal 14% registrato dal report del 2022. Parallelamente cresce la consapevolezza dei rischi ambientali: il 78% degli italiani ritiene che il climate change rappresenti una minaccia concreta per il Paese e il 65% lo indica come priorità da affrontare nei prossimi anni.

Il mutamento di percezione è particolarmente marcato tra i giovani under 35, tra i quali la quota di chi considera il cambiamento climatico una minaccia supera l’85%. Per il 73% dei cittadini il cambiamento climatico è un’emergenza reale causata principalmente dalle attività umane, in aumento di 9 punti percentuali rispetto al 2024. Il 36% ritiene che la lotta al climate change debba essere una priorità assoluta tra gli obiettivi di sostenibilità.

La cosa interessante che emerge sempre dal report è anche il fatto che proprio la disponibilità a impegnarsi concretamente contro il cambiamento climatico cresce: il 47% degli intervistati si dichiara pronto a usare mezzi di trasporto alternativi, il 44% a limitare l’uso del riscaldamento domestico d’inverno e il 40% a ridurre il consumo di carne rossa. Si conferma così la tendenza già rilevata dai precedenti report, che fotografa un Paese attento ai comportamenti quotidiani per ridurre l’impatto ambientale.

Al tempo stesso, resta la convinzione che la sfida non possa essere affrontata solo individualmente: il 64% indica negli organismi internazionali i soggetti più efficaci nel contrasto al cambiamento climatico, il 52% nei singoli Stati, il 45% nelle istituzioni locali e nelle grandi imprese. Più indietro le piccole e medie aziende (14%) e i singoli cittadini (45%).

Non mancano difficoltà e resistenze: un italiano su quattro si sente meno motivato ad agire. Il 31% ritiene che il problema sia troppo grande per poter incidere personalmente, il 30% teme effetti negativi della transizione ecologica sulla crescita economica e sull’occupazione, mentre il 24% teme che l’Europa venga penalizzata rispetto alla Cina.

Come già registrato nel Rapporto Coop dello scorso anno, regna l’«inquietudine», oltre che per la crisi climatica, anche per i conflitti in corso. «La preoccupazione è il nuovo mood degli italiani», scrivono gli autori del report. «Abbandonata l’imperturbabile serenità e la fiducia caparbia che avevano ostentato negli anni difficili della pandemia e del post-Covid, negli ultimi mesi, gli italiani sembrano aver intuito i molti rischi dello scenario e vedono allungarsi un’ombra sul loro domani». Gli autori sottolineano anche che «nel mindset degli italiani certo restano le difficoltà quotidiane e la voglia di maggiori redditi, ma nell’immaginario collettivo è soprattutto la guerra a segnare la più ampia discontinuità (una buona metà dei nostri connazionali ha iniziato a accettare la possibilità di un conflitto armato) e non stupisce che tra i diversi obiettivi di sostenibilità si affermino prioritariamente istanze di pace e diritti civili (64% degli intervistati) e quelle relative ad una maggiore attenzione e cura delle persone attraverso il contrasto alla fame e alla povertà e alle differenze e violenze di genere (lo chiede il 55%) anche sopravanzando la garanzia per tutti di un lavoro dignitoso e della riduzione delle disuguaglianze (62%) e gli stessi temi ambientali e del cambiamento climatico».

 

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia