Spoofing telefonico, con le nuove regole Agcom bloccate 43 milioni di chiamate

Settembre 13, 2025 - 02:30
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Spoofing telefonico, con le nuove regole Agcom bloccate 43 milioni di chiamate

lentepubblica.it

Dallo scorso 19 agosto sono entrate in vigore le misure introdotte dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) per arginare lo spoofing telefonico, una pratica che altera l’identità del numero chiamante rendendo impossibile riconoscere chi si trova dall’altra parte della linea.


A poche settimane dall’applicazione del regolamento, i primi numeri raccolti raccontano di un impatto significativo: quasi 43 milioni di telefonate bloccate, pari a una media di 1,3 milioni di chiamate irregolari al giorno.

Si tratta di un volume notevole, che rappresenta circa il 5,7% di tutte le chiamate ricevute in Italia nel periodo osservato. In alcuni momenti iniziali, la quota di traffico manipolato aveva addirittura raggiunto picchi prossimi al 60%, segno di quanto esteso fosse il fenomeno prima dell’introduzione dei filtri.

Come funziona lo spoofing

Il meccanismo è relativamente semplice ma molto insidioso. Attraverso tecniche di manipolazione, viene modificato il Calling Line Identification (CLI), ossia l’informazione che consente di visualizzare sul display il numero chiamante. L’utente riceve così una chiamata che sembra provenire da un recapito noto o da un prefisso nazionale, quando in realtà proviene da tutt’altra parte. Questo stratagemma viene usato soprattutto per finalità fraudolente o di telemarketing aggressivo e, secondo la normativa italiana, è vietato.

Le misure introdotte da Agcom

Con la delibera n. 106/25/CONS, l’Autorità ha imposto ai gestori telefonici l’obbligo di introdurre filtri in grado di bloccare le chiamate sospette provenienti dall’estero. In una prima fase l’intervento ha riguardato i numeri fissi, mentre dal prossimo 19 novembre scatterà anche il blocco delle numerazioni mobili. L’obiettivo è impedire che telefonate con CLI palesemente falsificato possano raggiungere gli utenti italiani.

I dati trasmessi dagli operatori mostrano come il sistema stia funzionando: ogni compagnia, pur applicando la stessa procedura, ha registrato percentuali di blocco differenti. La variabilità dipende soprattutto dalla tipologia di traffico in ingresso e dalla provenienza delle chiamate. In alcuni casi, come per un operatore che ha intercettato oltre il 97% delle chiamate ricevute in un periodo limitato, l’efficacia si è rivelata particolarmente elevata; in altri, invece, il fenomeno ha inciso in misura molto più contenuta.

Andamento e fluttuazioni del traffico

L’analisi evidenzia anche un calo strutturale dei tentativi di spoofing successivo all’entrata in vigore del regolamento. Oltre a ciò, emerge una dinamica ciclica: durante i fine settimana i volumi scendono drasticamente, così come nel periodo di Ferragosto, quando le attività commerciali e di telemarketing si fermano quasi del tutto. È in quei giorni che si è osservata la flessione più netta delle chiamate sospette, a conferma di quanto il fenomeno sia legato a schemi di utilizzo tipici del marketing telefonico.

Un fenomeno in trasformazione

Gli esperti segnalano che, nonostante i primi risultati incoraggianti, la battaglia non è conclusa. È probabile che i soggetti che operano dall’estero cercheranno presto nuove strade per aggirare i blocchi, orientandosi su numeri mobili italiani o su prefissi internazionali di Paesi terzi non ancora intercettati dai sistemi di filtraggio.

Proprio per questo, Agcom sottolinea la necessità di mantenere alta l’attenzione e di informare non solo gli operatori del settore, ma anche le associazioni dei consumatori e i cittadini. La consapevolezza del pubblico è infatti considerata un tassello fondamentale per ridurre la vulnerabilità degli utenti a pratiche ingannevoli.

Prospettive future

I dati di agosto, pur significativi, sono stati in parte influenzati dal periodo estivo e dalle riduzioni di traffico legate alle ferie. L’Autorità ritiene quindi che sarà cruciale analizzare le tendenze a partire da settembre, quando il ritorno alle attività ordinarie consentirà di misurare con maggiore precisione l’efficacia del provvedimento.

Quel che appare già evidente è che la strategia adottata costituisce un primo passo concreto nella protezione degli utenti italiani da una forma di truffa sempre più diffusa. La sfida ora è duplice: da un lato aggiornare costantemente i filtri per tenere il passo con l’evoluzione delle tecniche fraudolente, dall’altro diffondere una cultura della prudenza tra chi riceve le chiamate, invitando a non fidarsi ciecamente del numero che compare sul display.

In un contesto in cui la digitalizzazione offre nuove opportunità ma anche nuovi rischi, l’iniziativa di Agcom dimostra come la regolazione e la tecnologia possano collaborare per restituire maggiore sicurezza nelle comunicazioni quotidiane.

La delibera dell’Agcom

Qui il documento completo.

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