Tornano super e iper ammortamento? Ecco a chi conviene e a chi no

Ottobre 16, 2025 - 10:30
 0
Tornano super e iper ammortamento? Ecco a chi conviene e a chi no

VERSO LA MANOVRA

Tornano super e iper ammortamento? Ecco a chi conviene e a chi no



Indirizzo copiato

Il Governo cioè si sta orientando sul ritorno di superammortamento e iperammortamento – i protagonisti dell’originario piano Industria 4.0 e Impresa 4.0, al posto del credito d’imposta per il prossimo piano che sostituirà Transizione 4.0 e 5.0 dal 2026. Ecco le differenze tra i sistemi e a chi conviene.

Pubblicato il 15 ott 2025



iper vs crediti

“Nell’ambito degli interventi finalizzati al sostegno delle imprese e, più in generale, dell’innovazione si favoriranno gli investimenti in beni materiali attraverso la maggiorazione del costo di acquisizione valido ai fini del loro ammortamento, per un valore complessivo di 4 miliardi di euro”. Con queste poche righe vergate a illustrazione del DEF, il Documento di economia e finanza, che oggi sarà inviato a Bruxelles, il Ministero dell’Economia mette la parola fine all’esperienza dei crediti d’imposta che hanno caratterizzato sei anni di Transizione 4.0 e due di Transizione 5.0.

Il Governo cioè si sta orientando sul ritorno di superammortamento e iperammortamento – i protagonisti dell’originario piano Industria 4.0 e Impresa 4.0, al posto del credito d’imposta per il prossimo piano che sostituirà Transizione 4.0 e 5.0 dal 2026.

Addio ai beni immateriali? Speriamo in un refuso

La nota del Governo si presta a più di una riflessione. Partiamo dall’inquietante riferimento ai soli beni materiali. Ci auguriamo tutti si tratti di un refuso in luogo di beni strumentali, ma dobbiamo anche ricordare che questo Governo ha già fatto un passo in questa direzione lo scorso anno, eliminando l’incentivo ai beni immateriali nel 2025.

Ci auguriamo che almeno su questo il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, che al momento sembra “subire” le iniziative del MEF, abbia voce in capitolo.

Le differenze tra iperammmortamento e crediti d’imposta

Vale qui la pena ricordare il funzionamento dei due sistemi. La maggiorazione degli ammortamenti (come il super e iperammortamento) consiste in una deduzione extracontabile che riduce l’imponibile fiscale. Per esempio su un investimento di 100.000 euro con l’iperammortamento del 150%, un’impresa può dedurre il 250% del costo del bene (100% normale + 150% agevolazione).​

Il vantaggio fiscale si calcola moltiplicando la maggiorazione per l’aliquota fiscale applicabile. Con l’IRES al 24%, un iperammortamento di 150.000 euro genera un ulteriore risparmio di 36.000 euro (24% x 150.000), per un beneficio complessivo sul costo di acquisto, considerando anche l’ammortamento ordinario, del 60%.​

Il credito d’imposta, introdotto dal 2020 per sostituire super e iper ammortamento, funziona diversamente. Si tratta di un importo fisso (es. 6% per beni ordinari, 40% per beni 4.0) utilizzabile in compensazione nel modello F24 ripartito in “n” quote annuali.​

La ragione principale? Il contenimento della spesa pubblica

Sebbene qualche “malpensante” suggerisca una volontà politica dietro questa mossa (uno sgambetto ai Cinque Stelle, fautori del crediti d’imposta e un occhiolino a Calenda e Azione, fautori del vecchio regime), le ragioni della scelta del sistema dei maxi ammortamenti sono in realtà prevalentemente legate alle scarse risorse di cui dispongono le casse dello stato.

Perché l’iperammortamento costerebbe meno del credito d’imposta allo Stato? Basta rileggere al contrario la narrazione che l’allora Governo Conte, con il ministro Stefano Patuanelli, fece quando si passò al sistema dei crediti d’imposta.

In primo luogo la maggiorazione degli ammortamenti riduce l’imponibile solo se l’impresa ha reddito positivo. In caso di perdita fiscale, il beneficio viene differito agli esercizi successivi. Il credito d’imposta è invece immediatamente spendibile anche per imprese in perdita. Quindi l’iperammortamento va solo alle imprese “virtuose” che sono evidentemente una frazione del totale.

E poi il sistema della maggiorazione degli ammortamenti non è applicabile alle aziende agricole (per via della tassazione catastale) e quindi anche qui si riduce la platea.

A questi due già rilevanti fattori si aggiunga poi la diversa velocità di “incasso” delle aziende e per converso di spesa per lo stato: il sistema di maggiorazione degli ammortamenti si fruisce in fase di dichiarazione dei redditi (e non a scalare dal primo F24 da pagare) ed è legato alla vita utile del bene sul piano fiscale, che spesso può essere anche di setto o otto anni contro i tre o cinque solitamente previsti per i crediti d’imposta.

Altre differenze tra iperammortamento e crediti d’imposta

Oltre a quanto visto nel paragrafo precedente, ci sono altre differenze rilevanti tra il sistema del superammortamento e iperammortamento e i crediti d’imposta: la maggiorazione degli ammortamenti produce benefici proporzionali all’aliquota fiscale del soggetto. Un’impresa individuale con aliquota marginale del 43% ottiene vantaggi maggiori rispetto a una società con IRES al 24%. Il credito d’imposta è invece indipendente dall’aliquota applicabile.

La maggiorazione degli ammortamenti non rileva ai fini IRAP , riducendo l’impatto complessivo sul gettito fiscale rispetto a un credito d’imposta che invece può essere compensato con qualsiasi tributo.

A chi conviene (e a chi non conviene) il ritorno all’iperammortamento

Premesso che non conosciamo le aliquote e il sistema di premialità che ci sarà per i progetti green, si può però fare qualche considerazione di massima perché il ritorno al sistema della maggiorazione degli ammortamenti ha evidentemente vincitori e vinti.

L’obiettivo del Governo era uscire dai vincoli del PNRR e agevolare anche gli investimenti degli energivori, esclusi dalla normativa DNSH. Il nuovo sistema risponde a questa esigenza perché conviene decisamente (sempre che non assorba anche l’IRES premiale) alle società di capitali con elevata redditività e aliquote fiscali elevate: una società con IRES al 24% che investe 500.000 euro in un macchinario 4.0 con iperammortamento al 150% otterrà un risparmio fiscale di 180.000 euro (36% dell’investimento), distribuito però lungo la vita utile del bene. Ancora meglio per le ditte individuali con aliquota marginale al 43%, che arriverebbero a un beneficio teorico del 64,5%.

Non conviene invece alle aziende in perdita fiscale o con margini ridotti, che dovranno attendere anni per recuperare il beneficio, né tantomeno alle migliaia di aziende agricole che determinano il reddito catastalmente e restano completamente escluse.

Penalizzate anche le imprese che investono in beni con vita utile reale limitata: se prima potevano recuperare il credito d’imposta in tre-cinque anni, ora dovranno seguire i tempi di ammortamento fiscale, spesso più lunghi a causa di tabelle che risalgono alla fine degli anni Ottanta.

L'articolo Tornano super e iper ammortamento? Ecco a chi conviene e a chi no proviene da Innovation Post.

Qual è la tua reazione?

Mi piace Mi piace 0
Antipatico Antipatico 0
Lo amo Lo amo 0
Comico Comico 0
Furioso Furioso 0
Triste Triste 0
Wow Wow 0
Redazione Redazione Eventi e News