Geotermia da record all’Università di Pisa, oltre 500°C nel sottosuolo di Monterotondo Marittimo

Sotto ai nostri piedi è sempre disponibile una fonte d’energia rinnovabile pressoché inesauribile, la geotermia, che la Toscana ha saputo coltivare mettendo in fila un record dopo l’altro: qui sono nate per la prima volta al mondo le tecnologie geotermiche – inizialmente legate all’industria boracifera, oltre 200 anni fa, e poi dal 1904 per la produzione di elettricità –, la reiniezione nei serbatoi geotermici dell'acqua di condensa delle centrali per mantenere sostenibile l’impiego della risorsa, i filtri Amis per l’abbattimento degli inquinanti… e infine anche il record di temperatura raggiunto nel sottosuolo dell’Europa continentale, pari a oltre 500°C. Un traguardo che viene oggi celebrato grazie all’esposizione del carotaggio del pozzo geotermico presso il dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa: un’iniziativa resa possibile grazie alla collaborazione tra il dipartimento stesso, Enel green power e Cnr.
La carota risale alle operazioni di perforazione del pozzo denominato Venelle 2, in località Lago nel territorio comunale di Monterotondo Marittimo (provincia di Grosseto), inizialmente perforato nel 2006 e poi selezionato nel 2015 per il progetto europeo “Descramble” – guidato all’epoca dal compianto Ruggero Bertani –, il cui obiettivo era di dimostrare la possibilità di perforare in sicurezza ambienti geotermici ad elevata temperatura, raggiungendo l’orizzonte K, noto in campo scientifico come sede potenziale di condizioni termiche elevate e non investigate prima nell’attività geotermica.
La progettualità, che aveva l’obiettivo scientifico di sviluppare e testare nuovi materiali e metodi per la perforazione, si è conclusa nel 2018 dando risultati soddisfacenti, in linea con le finalità di Descramble. E oggi una testimonianza di questo successo è immortalata grazie alla carota di Venelle 2 in una teca dedicata, con pannelli illustrativi, campioni delle rocce profonde di Larderello insieme alle capsule d’oro, servite nella tecnica innovativa di misura della temperatura nel pozzo pari a 515-520°C.
Questo nuovo ‘pezzo da collezione’, a disposizione di studenti e del pubblico, è stato inaugurato nei giorni scorsi presso il Dipartimento con un momento celebrativo ed il convegno “Il calore della Terra”, a cui sono intervenuti il prorettore vicario dell’Università di Pisa Giuseppe Iannaccone, il direttore del dipartimento di Scienze della Terra Giovanni Zanchetta, il geologo del team Centro di eccellenza geotermico di Enel green power Geoffrey Giudetti, Giovanni Ruggieri dell’Istituto di geoscienze e georisorse del Cnr e la dottoranda con indirizzo geotermico dell’Università di Pisa Evelina Dallara.
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