La resa alla raccolta della plastica in mare: il Governo alza le mani e rinuncia

Settembre 5, 2025 - 16:00
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La resa alla raccolta della plastica in mare: il Governo alza le mani e rinuncia

Il nuovo contratto “Castalia”, in vigore dal 1° settembre e concertato col ministero dell’Ambiente (Mase) vede la luce dopo un tormentato iter, conseguente a una proroga del precedente contratto, stipulato nel dicembre del  2022, che trae origine da una situazione d’incertezza così riassunta: la società consortile Castalia, che da oltre trent’anni continuativi (di fatto, una sorta di monopolio) gestisce il servizio nazionale di antinquinamento marino, si è aggiudicata la gara pubblica da 41,78 milioni di euro, dopo che la precedente gara pubblica (ad evidenza comunitaria), bandita nell’ottobre dello scorso anno, era andata completamente deserta.

In seguito a tale negativo risultato e dovendo, comunque, garantire il servizio pubblico legato alla salvaguardia del mare da possibili inquinamenti da idrocarburi, per lo più causati dalle navi, il Mase ha dovuto riconsiderare la struttura del servizio di che trattasi e ridurre le pretese economiche della Castalia che, alla fine, si è dovuta adattare al budget – diventato più esiguo – disponibile nei capitoli di spesa del ministero. Sorprende il fato che, oltre alla considerevole riduzione del naviglio dedicato – si è passati da 32 a 23 unità in servizio antinquinamento, un taglio netto del 30% –, anche la soppressione del servizio di raccolta della plastica in mare, attività operativa assai rilevante ed in linea con gli indirizzi comunitari scaturenti dalla Direttiva N. 2019/904/UE, recepita in Italia con il Decreto legislativo 196/2021 (cosiddetta legge “Salvamare”) e che mira anche a ridurre l'impatto sull’ambiente marino della plastica monouso, col preciso scopo di contribuire al contenimento della contaminazione dei mari. 

Insomma, dispiace vedere un tentativo di risposta, mirante alla riduzione delle plastiche abbandonate in mare – introdotto nel vecchio contratto Castalia dal ministro Costa (II Governo Conte) –, essere archiviato dopo una così breve sperimentazione e senza conoscerne gli esiti e nemmeno capire se il servizio della raccolta delle plastiche in mare possa essere modificato e migliorato, per renderlo quanto più aderente possibile alla funzione di contenimento delle plastiche col quale era stato pensato.

In maniera statisticamente certa, rileva riportare il dato riguardo gli incidenti comportanti versamenti di prodotti inquinanti in mare; nel decennio scorso si sono ridotti drasticamente e, salvo qualche sparuto e modesto episodio, risultano quasi assenti nei mari italiani.

Questa incisiva riduzione degli incidenti marittimi inquinanti dipende da molti fattori concomitanti, che spaziano dalle innovazioni tecniche intervenute sulle navi e introdotte dopo gli ultimi gravi episodi d’inquinamento (petroliere Erika 1999 e Prestige 2021), che spinsero l’International maritime organization (Imo) e conseguentemente il mondo dello shipping a costruire navi petroliere a doppio scafo, rendendole più sicure anche in caso di collisione.

Dal nostro punto di vista, il tema più rilevante per la tutela degli ecosistemi marini nel Mediterraneo, così come negli altri mari ed oceani, resta dunque oggi la lotta alle plastiche – incluse le micro e le monouso – e riteniamo assai urgente da parte del ministero di cambiare indirizzo sull’attività antinquinamento da finanziare. Giova, infine, ricordare che lungo le nostre coste il servizio pubblico antinquinamento del mare da idrocarburi nasce dopo i gravissimi episodi che si verificarono nei mari italiani nel 1991, Haven (Genova) e Agip Abruzzi (Livorno). Ricordiamo che l’opinione pubblica italiana era rimasta traumatizzata dalle immagini dei reportage dell’epoca in cui venivano mostrate le immagini del disastro ambientale avvenuto lungo le coste liguri e toscane e si richiedeva al Governo di adottare ogni necessaria misura precauzionale.

Allo stato attuale, per fortuna, trova scarsa applicazione l’intervento antinquinamento da idrocarburi demandato alla Castalia; in considerazione del rilevante impegno economico sostenuto dai contribuenti e alla luce delle sopravvenute necessità di ripensare a criteri più aderenti alle reali necessità la tutela del mare, l’attività antinquinamento da idrocarburi (marine pollution) potrebbe essere ripensata e adattata alla nuova emergenza: la raccolta delle plastiche in mare.    

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia