Nuovo Codice Appalti e obbligo di verifica dell’anomalia dell’offerta

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L’obbligo di verifica dell’anomalia dell’offerta nelle gare pubbliche: disciplina e limiti nel nuovo Codice degli Appalti nel focus curato da Luca Leccisotti.
La verifica dell’anomalia delle offerte costituisce un passaggio cruciale nelle procedure di gara, finalizzato a garantire che l’appalto venga affidato a un operatore economico capace di eseguire la prestazione senza compromettere l’equilibrio economico-finanziario del contratto.
La recente sentenza del TAR Basilicata, Sez. I, n. 57 del 23 gennaio 2025, ha ribadito che, in presenza di offerte che superano i 4/5 del punteggio massimo attribuibile, la stazione appaltante è obbligata ad attivare la verifica dell’anomalia prima di procedere all’aggiudicazione. Tale principio, oggi disciplinato dall’art. 110 del D.Lgs. 36/2023, mira a evitare l’affidamento di appalti a condizioni economicamente insostenibili, con il rischio di interruzioni nell’esecuzione o contenziosi tra le parti.
Il quadro normativo: l’articolo 110 del D.Lgs. 36/2023
L’articolo 110 del nuovo Codice dei Contratti Pubblici stabilisce che:
- La verifica dell’anomalia è obbligatoria quando il punteggio ottenuto dall’operatore economico supera la soglia dei 4/5 del massimo attribuibile;
- La stazione appaltante deve valutare la sostenibilità dell’offerta nel suo complesso, analizzando la coerenza economica rispetto ai prezzi di mercato;
- L’offerente deve fornire giustificazioni convincenti, che la stazione appaltante ha il potere discrezionale di ritenere adeguate o meno;
- Il giudice amministrativo non può sostituirsi alla stazione appaltante nel riesame della verifica, salvo manifesta illogicità, erroneità o difetto di istruttoria.
Il caso esaminato dal TAR Basilicata: l’omessa verifica dell’anomalia
La sentenza del TAR Basilicata ha riguardato una procedura di gara per un appalto di servizi, in cui l’aggiudicatario aveva ottenuto punteggi massimi sia per l’offerta tecnica (70 su 70) sia per quella economica. Tuttavia, la stazione appaltante aveva omesso di attivare la verifica dell’anomalia, nonostante l’obbligo previsto dalla normativa vigente.
Il TAR ha evidenziato due profili di illegittimità:
- Omessa verifica della congruità dell’offerta economica, in violazione dell’art. 110, comma 3, del D.Lgs. 36/2023;
- Mancata verifica del rispetto dei minimi salariali, come previsto dagli artt. 41 e 57 del Codice, con il rischio di un’offerta economicamente insostenibile.
Tali omissioni hanno determinato l’annullamento dell’aggiudicazione e la riammissione dell’originario ricorrente alla fase di gara.
La discrezionalità della stazione appaltante e i limiti del sindacato giurisdizionale
Il TAR ha ribadito che la valutazione dell’anomalia è un potere discrezionale della stazione appaltante, che deve essere esercitato nel rispetto di parametri oggettivi, senza arbitrio. Il giudice amministrativo può sindacare tale valutazione solo nei casi di:
- Manifesta erroneità o irragionevolezza;
- Difetto di istruttoria;
- Violazione delle norme imperative in materia di verifica dell’anomalia.
L’articolo 34, comma 2, del Codice del Processo Amministrativo stabilisce che il giudice non può sostituirsi alla pubblica amministrazione nel riesame di poteri non ancora esercitati, confermando così la necessità di un’istruttoria adeguata prima dell’aggiudicazione.
Implicazioni operative per le stazioni appaltanti e gli operatori economici
Alla luce della recente giurisprudenza e delle previsioni normative, le stazioni appaltanti devono:
- Attivare sempre la verifica dell’anomalia quando ricorrono i presupposti di legge;
- Condurre un’analisi dettagliata della sostenibilità economica delle offerte, con particolare attenzione agli aspetti salariali e ai costi della manodopera;
- Motivare adeguatamente le decisioni assunte, per evitare annullamenti in sede contenziosa.
Per gli operatori economici, invece, risulta fondamentale:
- Predisporre offerte sostenibili e coerenti con i prezzi di mercato, per evitare contestazioni sulla congruità;
- Fornire giustificazioni chiare e documentate in caso di attivazione della verifica dell’anomalia;
- Monitorare attentamente l’operato delle stazioni appaltanti, per impugnare eventuali omissioni procedurali che possano compromettere la correttezza della gara.
Conclusioni
La verifica dell’anomalia dell’offerta rappresenta uno strumento essenziale per garantire l’affidabilità degli appalti pubblici, prevenendo aggiudicazioni a condizioni insostenibili. Il nuovo Codice dei Contratti Pubblici rafforza l’obbligo per le stazioni appaltanti di effettuare tale verifica, introducendo criteri più stringenti e maggiori garanzie per i concorrenti. La sentenza del TAR Basilicata conferma l’importanza di un’istruttoria accurata, a tutela del principio di trasparenza e della corretta esecuzione del contratto pubblico.
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