Primo giorno di apertura della caccia ed è subito tragedia: spara a un cinghiale ma uccide l’amico

Si è aperta ieri la stagione della caccia e già si deve registrare una prima tragedia: a Carrù, in provincia di Cuneo, un uomo di 46 anni è morto perché colpito in pieno petto dal colpo di fucile sparato dall’amico con cui era andato in cerca di cinghiali da abbattere. La salma è stata messa a disposizione dell’autorità giudiziaria e l’arma è stata sequestrata per le indagini. Un altro incidente di caccia, fortunatamente non mortale, è avvenuto nel Napoletano, dove un 39enne è stato ferito al volto da un fucile caricato a pallini.
L'Associazione italiana difesa animali ed ambiente fa sapere tramite una nota che ha deciso di presentare nei prossimi giorni un esposto alla procura di Cuneo, chiedendo «indagini approfondite e trasparenti sull'accaduto e di individuare eventuali responsabilità dirette o indirette relative alla morte di questo cacciatore.
Ma già prima che si desse il via alla stagione venatoria e arrivasse la notizia della vittima nel Cuneese le associazioni ambientaliste e animaliste hanno denunciato l’insensatezza di queste pratiche e l’errore che stanno compiendo governo e maggioranza parlamentare con la cosiddetta legge «caccia selvaggia». «La caccia è diventata un vero e proprio caso nazionale, al centro di una deriva legislativa che mina i principi di tutela della biodiversità e di rispetto del diritto», sottolinea il Wwf Italia. «Dall’inizio della legislatura, Parlamento e Governo hanno introdotto norme sempre più permissive, forzando regolamenti e violando sia la Costituzione sia le direttive europee – denuncia il Panda – In meno di tre anni la legge sulla caccia è stata modificata undici volte in ventidue punti, con conseguente apertura di tre procedure da parte dell’Unione Europea. Tra i casi più gravi vi è l’impossibilità per i tribunali di sospendere la caccia anche quando autorizzata da provvedimenti manifestamente illegittimi, con il rischio di danni irreparabili per l’ambiente. Grazie a un ricorso presentato anche dal Wwf Italia e da altre associazioni al Tar Marche è stato possibile ottenere un primo risultato per arginare gli effetti di questa misura, ma questa e altre modifiche saranno portate davanti alla Corte costituzionale».
L’associazione ambientalista ha lanciato la petizione “Stop caccia selvaggia” che ha già raccolto oltre 85mila firme, segno che molti cittadini italiani non condividono le scelte della destra. «Il quadro è reso ancora più drammatico dal disegno di Legge “caccia selvaggia”, in discussione al Senato. Si tratta di una proposta di legge pessima che gli emendamenti proposti dalla maggioranza sono riusciti a peggiorare: una legge da fermare assolutamente perché, se fosse approvata, segnerebbe la fine della protezione della fauna selvatica in Italia».
La Lega abolizione caccia denuncia che l’attività delle «lobbies sempre più arroganti e capricciose, malcelatamente sostenute dall’industria armiera, è sempre più insostenibile per i nostri ecosistemi, consolidandosi come corpo estraneo alla ruralità, oltre che come passatempo anacronistico».
Fa notare tra l’altro la Lipu per questo avvio di stagione venatoria: «Come se non bastasse si potrà sparare a ben 21 specie che versano in cattivo stato di conservazione: allodola, alzavola, beccaccino, codone, combattente, coturnice, fagiano di monte (gallo forcello), fischione, folaga, marzaiola, mestolone, moretta, moriglione, pavoncella, pernice rossa, pernice sarda, porciglione, quaglia, starna, tordo sassello, tortora selvatica». Dice Giovanni Albarella, responsabile Antibracconaggio e attività venatoria della Lipu, del disegno di legge ora in discussione al Senato: «Siamo di fronte a una proposta irresponsabile e incostituzionale che riporta la lancetta della storia indietro di 60 anni a quando la stagione venatoria arrivava fino alla primavera, in piena migrazione degli uccelli, e le catture degli uccelli selvatici a fini di richiamo erano una prassi diffusa. Se aggiungiamo gli aspetti culturali presenti nella proposta di legge, tra cui la bizzarra idea del cacciatore custode della natura - prosegue Albarella - ci facciamo un'idea del livello di questa iniziativa, che manderà al tappeto specie già oggi in condizioni di salute critiche e porterà a nuovi contenziosi comunitari. Faremo ogni cosa lecita per fermarla».
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