Consenso libero, ancora stallo. Salvini: “Lascia spazio a interpretazioni e vendette personali”

Il centrodestra va avanti col freno tirato sulla pdl che introduce il consenso libero e attuale in materia di violenza sessuale. Dopo la battuta di arresto di ieri in Commissione al Senato, è il vicepremier Matteo Salvini a entrare a gamba tesa nella vicenda. “Questa sorta di consenso preliminare informato e attuale, così com’è scritto, lascia lo spazio alla libera interpretazione del singolo e a vendette personali che intaserebbero i tribunali”, spiega il leader della Lega. Che così rinforza i malumori già manifestati dai senatori del suo partito. L’iter della legge, già approvata all’unanimità alla Camera, trova dunque un’opposizione sostanziale anche dentro la stessa maggioranza. Con via Bellerio che non sembra disposta ad ammorbidire la linea, almeno a breve termine. La presidente della Commissione Giulia Bongiorno, intanto, prova a giocare un ruolo di mediazione. Fissa un breve ciclo di audizioni di “soli tecnici”, con al massimo due esperti per gruppo parlamentare. E assicura: “La legge sarà pronta in Commissione a gennaio, escludo categoricamente di parlare di ritardi e di rinvii”. Insomma, i lavori vanno avanti. Mentre altri esponenti di governo esprimono perplessità e le opposizioni attaccano.

Roccella: “No retromarcia, ma legge va fatta bene”

A entrare nel merito della norma, è la ministra per la Famiglia Eugenia Roccella. “Nessuna retromarcia”, sottolinea. E poi puntualizza: “Meglio una legge fatta bene che una fatta in fretta. Ci sono perplessità sollevate da avvocati e penalisti, anche sull’onere della prova. È giusto correggere, se serve”. E cautela arriva anche dal Guardasigilli Carlo Nordio, che rimarca: “La norma penale deve essere scritta, soprattutto quando è innovativa come questa, in modo tecnicamente perfetto che non dia adito a interpretazioni fantasiose”. Sotto la lente di ingrandimento della maggioranza, dopo i dubbi raccolti anche da diversi esperti, sia il nodo che riguarda l’onere della prova sia il comma che riguarda la “minore gravità”. “Ci sono dei margini di miglioramento enormi”, sintetizza Bongiorno. Che prova a tracciare il perimetro del tavolo di lavoro: “C’è una parte della norma che c’era già da prima, che è sempre stata oggetto di polemica, perché contiene l’espressione ‘quando il fatto è di minore gravità’. Cosa si intende per minore gravità? Magari lo vogliamo scrivere, o vogliamo lasciarlo determinare a qualsiasi giudice?“.

Le opposizioni: “Fiducia tradita”

Ma le opposizioni, per ora, non sembrano dare segnali di interlocuzione. Maria Elena Boschi di Italia Viva parla di “voltafaccia” del centrodestra e di “fiducia tradita”. “Non è accettabile per noi che la legge venga di fatto svuotata e smontata, smentendo di fatto anche la presidente del Consiglio che aveva concordato con l’opposizione di approvare il testo così come è stato approvato all’unanimità alla Camera”, incalza il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia. Mentre altri esponenti del centrosinistra vanno all’attacco di Roccella e Salvini. “Contrariamente a quanto afferma la ministra non si effettua alcuna inversione dell’onere della prova, che rimane ovviamente, in capo all’accusa: è lo Stato (pubblico ministero) a dover provare ogni elemento del reato, inclusa l’assenza di consenso”, spiega la capogruppo del Pd alla Camera Chiara Braga. La cofirmataria della pdl, la dem Michela De Biase, affonda: “Da Salvini parole raccapriccianti e sessiste”. Mentre Elisabetta Piccolotti di Avs insiste: “è in corso un regolamento di conti tra Matteo Salvini e Giorgia Meloni sulla pelle delle vittime”.

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