Massimo Adriatici, chiesti 11 anni per l’ex assessore di Voghera a processo per omicidio

Novembre 27, 2025 - 13:02
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Massimo Adriatici, chiesti 11 anni per l’ex assessore di Voghera a processo per omicidio

La Procura di Pavia ha chiesto di condannare a 11 anni e 4 mesi di reclusione l’ex assessore alla Sicurezza di Voghera, Massimo Adriatici, nel processo per l’omicidio volontario di Younes El Boussettaoui, ucciso da un colpo di pistola la sera del 20 luglio 2021 nel comune in provincia di Pavia in piazza Meardi. Lo fa sapere l’avvocato Marco Romagnoli che, con la collega Debora Piazza, assiste i genitori, i fratelli e le sorelle del 39enne ucciso dall’ex politico leghista. La difesa di Adriatici prenderà la parola per l’arringa difensiva nel processo, celebrato con rito abbreviato, alla prossima udienza fissata per le 10 del 16 dicembre.

Caso Adriatici, la vicenda

La sera del 20 luglio 2021, al culmine di una lite avvenuta davanti a un bar di Voghera, nel pavese, l’assessore leghista alla sicurezza Massimo Adriatici uccise con un colpo di pistola Younes El Boussettaoui, 39enne di origini marocchine. El Boussettaoui, come emerse successivamente, era un pluripregiudicato già noto alle forze dell’ordine e quella sera era ubriaco e stava importunando alcuni ospiti del bar. Fin dal primo momento, Adriatici si giustificò sostenendo che il colpo fosse partito accidentalmente dopo essere stato spinto dalla vittima. In un video pubblicato pochi giorni dopo da LaPresse, compare l’assessore Adriatici che con il cellulare in mano, a un certo punto, rivolgendosi a un testimone che sta parlando con un carabiniere, dice: “Hai visto che ha fatto per darmi un calcio in testa? L’importante è quello, che hai visto che stava dandomi un calcio in testa”. E in un primo video, in effetti, si vede El Boussettaoui avvicinarsi ad Adriatici, scambiare qualche parola e poi colpirlo in faccia.

L’omicidio di Voghera e la bagarre politica

La vicenda fece immediatamente scoppiare una bagarre politica. Matteo Salvini si schierò con l’assessore. “Si fa strada l’ipotesi della legittima difesa“, dichiarò il leader della Lega. “È stato un inaccettabile episodio da Far West”, ribatterono subito i Cinque Stelle. E anche il Pd condannò le parole di Salvini.

Il processo a Massimo Adriatici e la svolta

In un primo momento gli inquirenti hanno contestato all’ex assessore l’omicidio colposo sotto forma di eccesso colposo di legittima difesa. Il punto di partenza dell’inchiesta sono stati proprio i video diffusi e i filmati delle telecamere di piazza Meardi. Dopo l’arresto iniziale, la ricostruzione accusatoria si era orientata sull’ipotesi che Adriatici fosse stato aggredito: una manata al volto, descritta come “violenta”, lo avrebbe fatto cadere a terra facendogli perdere gli occhiali. Da lì, secondo i pm, sarebbe scattata la necessità di difendersi da un pericolo immediato mentre la vittima si avvicinava nuovamente per colpirlo. Il colpo esploso dalla Beretta calibro 22 fu giudicato una risposta eccessiva, ma non intenzionale. Tutto è cambiato il 6 novembre 2024, quando la giudice del Tribunale di Pavia Valentina Nevoso ha rimandato gli atti alla procura ribaltando l’inquadramento del fatto: nella decisione letta al termine della camera di consiglio, il reato è stato riqualificato come “omicidio volontario”. Per la magistrata non sussistono i presupposti della legittima difesa: Adriatici, ha sottolineato, “avrebbe potuto evitare il pericolo”, scegliere di allontanarsi, e soprattutto – forte della sua esperienza da ex poliziotto – possedeva gli strumenti per valutare correttamente la situazione. La parola ora passa a un nuovo giudice, chiamato a riesaminare l’intero caso alla luce di questa diversa interpretazione.

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