Femminicidio Cinzia Pinna, l’imprenditore Emanuele Ragnedda confessa: “L’ho uccisa io”

Settembre 25, 2025 - 11:30
 0
Femminicidio Cinzia Pinna, l’imprenditore Emanuele Ragnedda confessa: “L’ho uccisa io”

È crollato dopo un lungo interrogatorio, nel pomeriggio: “L’ho uccisa io”. L’imprenditore vitivinicolo di Arzachena, Emanuele Ragnedda, 41 anni, famoso per aver messo sul mercato il vino bianco più caro d’Italia, ha confessato così di aver ammazzato Cinzia Pinna, la giovane di 33 anni di Castelsardo scomparsa l’11 settembre, davanti al procuratore di Tempio, Gregorio Capasso, e alla sostituta Noemi Mancini, assistito dal suo avvocato, Luca Montella. Ha anche indicato il luogo in cui aveva nascosto il corpo: sotto un albero, nella tenuta di famiglia a Conca Entosa, dove questa mattina i Ris avevano avviato accertamenti tecnici irripetibili.

La ricostruzione del femminicidio di Cinzia Pinna

La donna è stata uccisa con almeno un colpo di arma da fuoco. La posizione di Ragnedda si era fatta più pesante già all’alba, quando era stato intercettato dopo una fuga improvvisa via mare. A bordo di un piccolo gommone era salpato dal porto di Cannigione verso Baja Sardinia. Poco dopo il mezzo si è schiantato sugli scogli: il soccorso della guardia costiera è stato decisivo per rintracciarlo. Riuscito comunque a rientrare nella casa dei genitori, è stato lì che i carabinieri lo hanno fermato.

Era armato, ma non ha opposto resistenza. Nella sua abitazione i Ris di Cagliari hanno trovato tracce di sangue sia all’interno che di fronte all’ingresso. Gli investigatori hanno trovato anche federe di cuscini lavate di recente e lasciate all’esterno, un dettaglio che fa pensare a un tentativo di cancellare prove compromettenti.

La vicenda coinvolge anche un giovane lombardo di 26 anni, indagato per occultamento di cadavere, ma i legali del ragazzo, gli avvocati Maurizio e Nicoletta Mani, respingono con forza ogni addebito: “Il nostro assistito è del tutto estraneo a questa storia. Si trova travolto da accuse gravissime senza avere idea di ciò che sia accaduto”.

Chi è Emanuele Ragnedda

La confessione di Ragnedda coinvolge una delle famiglie più note della Gallura. Figlio di Mario e nipote di Francesco Ragnedda, fondatore della famosa cantina Capichera, l’imprenditore aveva fondato l’azienda ConcaEntosa, nelle campagne tra Arzachena e Palau. Negli ultimi anni era diventato noto per aver lanciato il Vermentino “Disco Volante” Igt 2021, definito “il bianco più caro d’Italia”, con bottiglie vendute fino a 1.800 euro.

Si apre il capitolo giudiziario

La confessione chiude il capitolo delle ricerche, iniziate subito dopo l’allarme lanciato dalla famiglia di Cinzia sui social, e apre quello giudiziario: dopo la confessione e il ritrovamento del corpo della donna, la procura di Tempio Pausania ha disposto per Ragnedda “il fermo di indiziato di delitto per omicidio volontario aggravato dall’uso di arma comune da sparo e occultamento di cadavere”.

Di immediato pentimento parla il legale di Ragnedda, Luca Montella: “Si è totalmente messo a disposizione dell’autorità giudiziaria. È più che pentito, lo ha dimostrato collaborando pienamente. Anche io personalmente esprimo vicinanza alla famiglia della vittima”. La Sardegna, intanto, è sotto choc per un femminicidio, l’ennesimo, le cui cause al momento sono un mistero. 

Questo articolo Femminicidio Cinzia Pinna, l’imprenditore Emanuele Ragnedda confessa: “L’ho uccisa io” proviene da LaPresse

Qual è la tua reazione?

Mi piace Mi piace 0
Antipatico Antipatico 0
Lo amo Lo amo 0
Comico Comico 0
Furioso Furioso 0
Triste Triste 0
Wow Wow 0
Redazione Redazione Eventi e News