Meloni, il piano impossibile per Gaza, così lei (e con lei tutti noi) si affida a San Francesco

Settembre 25, 2025 - 07:30
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Meloni, il piano impossibile per Gaza, così lei  (e con lei tutti noi) si affida a San Francesco

Chiamatela come più vi aggrada: sfida, furbizia, trucco, sagacia, scaltrezza di Meloni.

Sta di fatto che con la sua iniziativa Giorgia Meloni ha preso in contropiede tutta l’opposizione.

Si vuole Il riconoscimento dello stato della Palestina? Si, d’accordo: l’esecutivo presenterà in Parlamento una mozione chiedendone l’approvazione. In parole semplici: saranno la Camera o il Senato a pronunciarsi per il si o per il no.

I paletti di Giorgia Meloni

Meloni, il piano impossibile per Gaza, così lei (e con lei tutti noi) si affida a San Francesco Nella foto giorgia meloni
Meloni, il piano impossibile per Gaza, così lei (e con lei tutti noi) si affida a San Francesco – Blitzquotidiano.it (foto ANSA)

La premier lo ha detto all’Onu fissando i paletti: rilascio di tutti gli ostaggi e no a qualsiasi ingresso di Hamas nel futuro governo. È una decisione che non lascia adito a dubbi e che, in parte, ha spiazzato quella sinistra che della Palestina aveva ed ha fatto la sua bandiera. “Giorgia è ondivaga, dribbla le domande, si rifugia nel silenzio”, si sosteneva.

Oggi, che cosa potrà fare la minoranza dinanzi ad un preciso atteggiamento di chi guida il Paese? Giuseppe Conte parla di ignavia, cioè di quelle persone che non hanno il coraggio di prendere una decisione (lo scrive Dante nella sua Commedia) Possibile che questo sia successo nel corso degli ultimi tre anni? Basterà citare la riforma della giustizia per contrastare una tesi del genere.

Elly Schlein si spinge ancora più in là. “Non ne poteva più degli attacchi che le piovevano addosso da tutte le parti: obtorto collo ha cambiato marcia, buttando la palla in tribuna”. Un modo come un altro per sottrarsi alle sue responsabilità. 

Incognita Regionali

È tempo di schierarsi con la massimal chiarezza perché ormai le regionali sono alle porte, in Umbria si va alle urne già domenica. Se Matteo Ricci dovesse prevalere sull’attuale presidente Francesco Acquaroli, si potrebbe creare una breccia capace di incidere pure sulle altre regioni che andranno al voto nel mese di ottobre.

È un timore evidente tanto è vero che da quelle parti per i comizi finali si sono presentati i big della maggioranza, vale a dire la premier e i suoi due vice. Non dimentichiamo lo sciopero generale che ha bloccato l’Italia rendendo Milano un inferno e Roma una città in cui era impossibile circolare.

“È stata una enorme vittoria che ha dimostrato come la gente sia sensibile al dramma di Gaza schierandosi in massa contro il governo”, ritiene la sinistra. Ma l’onnipresente Matteo Renzi (che strizza l’occhio alla Schlein per non finire nel nulla) è di parere contrario ed emette la sua sentenza: “E’ stato il più grande regalo che si potesse fare alla Meloni”.

Della premier si occupa principalmente un quotidiano (conosce il Fatto suo) che è contro quelli che la considerano una fascista. Non è così: Giorgia nasce come una missina della destra sociale, cioè non avrebbe mai abolito il reddito di cittadinanza. Poi, andava d’accordo con un certo antiamericanismo e non si sarebbe genuflessa (come fa ora) allo strapotere di Donald Trump.

Già, il presidente. Ieri in un lungo intervento dinanzi al popolo del Palazzo di Vetro ha messo in evidenza il suo carattere: strafottenza o chiarezza? Ha avuto a che dire contro tutti: contro chi non ha saputo impedire il nascere delle guerre, lui ne ha affrontate sette vincendole tutte; contro il cambiamento del clima e principalmente contro l’immigrazione irregolare, la vera piaga non solo dell’Europa. Insomma, un discorso che ha lasciato il segno definito dal Manifesto di stamane “Un sacco bullo”, prendendo a pretesto un film di Carlo Verdone.

La buriana politica non ha impedito al salvataggio di Ilaria Salis di essere sulle prime pagine dei giornali. Ormai è certo al 99 per cento che la parlamentare europea non tornerà più in Ungheria per essere ospitata nelle patrie galere. Però non potrà sottrarsi (lei è d’accordo) al giudizio della nostra magistratura. L’immunità è salva, anche la fedina penale deve esserlo.

C’è da non credersi, ma in Parlamento si è giunti all’unanimità del voto quando si è parlato di ripristinare la festività nazionale per San Francesco, il 4 di ottobre. Allora, dovremmo chiedere un grande aiuto all’intelligenza artificiale, perché se lui ritornasse in terra, tutti i grandi mali che affliggono il nostro Paese sarebbero risolti: Deo gratias.

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