Special Olympics in visita a Bruxelles. Lo sport inclusivo che gratifica l’impegno nascosto

Settembre 26, 2025 - 11:30
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Special Olympics in visita a Bruxelles. Lo sport inclusivo che gratifica l’impegno nascosto

Bruxelles – Alla Commissione Europea si gioca a bocce e a tennistavolo. Al centro della struttura, un’oasi di svago rapisce l’occhio degli affaccendati lavoratori. A portare una festosa atmosfera a palazzo Berlaymont sono gli atleti di Special Olympics, associazione sportiva internazionale per atleti con disabilità intellettive. Gli sportivi, circa una quarantina, provenienti da 25 delegazioni europee, hanno promosso davanti ai politici europei un messaggio di inclusività.

Special Olympics è nata nel 1968 negli Stati Uniti ed è oggi diffusa in tutto il mondo. In Italia è affiliata con migliaia di associazioni sportive territoriali. Gli atleti partecipano a gare competitive ma suddivise per livello di abilità, usando come occasione lo sport per ritrovarsi e stare insieme. “Non sento la pressione quando devo fare una gara, so che dopo faremo una festa tutti insieme”, dice Alessandro Brivio, 26 anni, atleta con disabilità intellettive della provincia di Lecco. Gli incontri prendono dimensioni enormi quando, una volta all’anno, ci sono i Giochi italiani, ancor di più ogni quattro anni con i mondiali e gli europei.

Per capire meglio il messaggio dell’associazione, basta soffermarsi sul suo motto: “Fa’ che io vinca. Ma se non potrò vincere, fa’ che sia coraggioso nel provarci”. La stessa mentalità la condividono i tre sportivi italiani presenti a Bruxelles.

“Avere una disabilità ci obbliga a impegnarci tutti i giorni”, afferma Lorenzo Mancino, 22 anni, talento della pallacanestro e dottore in storia. “Ogni nostro giorno dovrebbe essere premiato – sottolinea Mancino – le persone dovrebbero comprendere il nostro sforzo e includerci. Io mi sono laureato e c’è voluto tanto impegno; è ingiusto che a volte la scuola non lo riconosca”. Special Olympics ha la funzione opposta: organizzare attività sportive per non far sentire nessuno indietro, gratificando l’impegno che esiste ma, a volte, non viene visto.

È una questione di determinazione anche per Alessandro Brivio, che è riuscito a diventare il primo assistente bagnino in Italia con una disabilità intellettiva: “Mi ricordo che andavo a scuola e, nell’ora di ginnastica, i miei compagni erano sempre stanchi. Io, no: mi impegnavo più di loro”.

Giunti nei palazzi delle istituzioni europee, nei giorni della Settimana dello sport, i dirigenti di Special Olympics cercano una sponda da Bruxelles per continuare a svolgere il loro lavoro. Proprio per questo la richiesta dell’atleta Federico Correzzola, 32 anni, nuotatore provetto, è “se possibile”, quella di aumentare “i fondi per le varie associazioni sparse in tutto il territorio italiano, con un maggior impegno nel sociale”.

Special Olympics
L’eurodeputata Letizia Moratti con gli atleti di Special Olympics (Foto di Special Olympics Italia)

L’organizzazione gli ha dato la possibilità di fare sport senza pregiudizi, ma non tutti in Italia hanno avuto un accesso così agevole. Senza mezzi termini dice che lo sport gli “ha cambiato la vita. Ero un ragazzo introverso fino ai 18 anni. Poi ho scoperto Special Olympics e ho partecipato ai mondiali in Grecia e a Los Angeles”.

Correzzola, da ragazzo introverso si è trovato ad essere un loquace messaggero. A Torino, in occasione dei Giochi Mondiali invernali, è stato incaricato del ruolo di portavoce globale per l’Italia. Una rivoluzione avvenuta anche grazie al corso di leadership che sta seguendo con l’associazione sportiva.

Correzzola seduto tra i banchi del Parlamento, guarda con ammirazione l’atleta maltese Gilmour Borg. Anche lui, come Correzzola, è portavoce della sua nazione, Malta, e in perfetto inglese modera i due vicepresidenti del Parlamento Victor Negrescu ed Eva Kopacz.

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia