Appello al ministro Salvini sulla famiglia nel bosco: si risparmi il viaggio
Avevo appena pensato che l’etichetta fiabesca della “famiglia del bosco” fosse fuorviante e che, comunque, un procedimento giudiziario nato da un episodio di avvelenamento da funghi, e finito in un’accusa di negligenza genitoriale, possa apparire segnato da un grave pregiudizio. Avrei voluto saperne di più, come succede quando sento che una vicenda interessante la libertà degli altri possa riguardare anche la mia libertà, e che un intervento statale sugli altrui affetti familiari potrà domani toccare quelli da me intimamente custoditi e modellati.
Non è stato possibile: all’improvviso, il governo si è staccato dallo Stato (che pure rappresenta in massimo grado) e ho visto il vicepresidente del Consiglio aprire, sul caso di Chieti, violente ostilità contro la magistratura. Così, il caso in questione, piuttosto che indurci a una ragionata partecipazione, ci divide ancora una volta tra chi sta con il governo (e la famiglia, naturalmente) e chi, invece, con magistrati, esperti, carabinieri che portano avanti l’inchiesta. Come sempre, il conflitto aperto con la magistratura confonde, però, il vero problema: in questo caso, quello dei bambini sottratti ai genitori perché la loro casa sarebbe volutamente insalubre, il loro bisogno di socialità volutamente mortificato, il loro mondo volutamente separato.
Nessuno, se non gli esperti chiamati in causa, potrà accertare queste cose e, se presidio di libertà e di democrazia esiste, non possiamo che ricordare a tutti – anche a quegli esperti – che non esiste un sol modo (naturalmente, il nostro) di fare famiglia, ma molti modi. Costituisce, inoltre, presidio di libertà ricordare – agli altri e a noi stessi – che finire nelle maglie della giustizia (per ben disposte che siano) significa vedere la propria vita sezionata e smembrata al punto che non ne resta più nulla: per compiere questa operazione, scrive Musil, “è sufficiente che venga aggiunto un elemento imponderabile che la polizia chiama sospetto”. Per finire, Salvini ha annunciato che andrà sul posto “non da ministro, ma da genitore, da padre e da italiano”. Credo che possa risparmiarsi il viaggio per tre persone, se ritiene di sapere già quello che da un anno figure ben più esperte di lui stanno cercando di stabilire. Per quanto mi riguarda, mi dichiaro ancora una volta innocentista
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